Gaza, la tendopoli di Rafah prima e dopo i bombardamenti: le foto satellitari di un milione di palestinesi al confine con l'Egitto

Nell'estremità meridionale della Striscia di Gaza, a Rafah, verso il confine con l'Egitto, si trova una tendopoli allestita dalla Mezzaluna Rossa Palestinese in collaborazione con quella egiziana, destinata ai palestinesi sfollati dalle regioni settentrionali e centrali della Striscia.

Gaza, la tendopoli di Rafah prima e dopo i bombardamenti: le foto satellitari

La zona, a partire da dicembre, è oggetto di bombardamenti da parte dei soldati israeliani, che, come visibile dalle immagini, hanno provocato devasto e distruzione. In una foto satellitare virale sul web, infatti, è nettamente visibile la differenza tra Rafah al 15 ottobre 2023 confrontata ad un'altra immagine del 14 gennaio 2024, successiva alle devastazioni delle Idf.

La tendopoli si trova a tre chilometri dal centro urbano, un percorso difficile per le automobili, con strade invase da una moltitudine di senza tetto. La struttura, che attualmente comprende 300 tende, può ospitare da 1.500 a 1.700 persone, secondo quanto dichiarato da Abdul Aziz Abu Eishe, direttore del dipartimento per le emergenze della Mezzaluna Rossa Palestinese. Personale della Mezzaluna Rossa e agenti di polizia sono presenti, ma contro i bombardamenti c'è poco da fare.

Il progetto prevederebbe la costruzione complessiva di 1.200 tende per accogliere fino a 7.000 profughi. Camion provenienti dall'Egitto continuano a scaricare materiale, inclusi magazzini pronti per gli aiuti umanitari e generatori per fornire elettricità. La delicatezza del processo riguarda la selezione di coloro che potranno trasferirsi dalla precaria situazione in cui versano alle strade di Rafah verso questa tendopoli dotata di servizi igienici e acqua corrente.

Rafah, la tendopoli creata dalla Mezzaluna rossa palestinese al confine con l'Egitto

Si stima che i primi ospiti saranno coloro che attualmente risiedono nelle strutture della Mezzaluna Rossa, che hanno già superato la loro capacità massima. Abu Eishe afferma che coloro che si trasferiranno dovrebbero rimanere per diversi mesi, essendo persone che hanno perso tutto a causa della guerra e non hanno altre opzioni, ma tutto ciò è reso difficile dalle azioni di devasto di Israele.

Intanto, a Rafah, circolano notizie sul ridispiegamento israeliano nel nord della Striscia, interpretate da alcuni come una speranza di ritornare a Gaza City o nelle vicinanze. Tuttavia, gli abitanti di Rafah guardano con preoccupazione a questa svolta, temendo che un possibile ritorno degli sfollati a nord possa essere finalizzato a svuotare la zona per consentire un avanzamento dell'esercito israeliano verso l'Asse Filadelfia, il confine tra Gaza ed Egitto.

La vita a Rafah, invasa dalle masse di sfollati, rimane difficile anche a causa del mercato nero che vede prezzi elevati per la benzina e la scarsità di beni di prima necessità. L'eventualità di un ingresso in forze dei carri armati israeliani, oltre ai raid delle ultime settimane, aggiungerebbe ulteriori difficoltà alla già complessa situazione.