"Pil Russia 2023 in crescita del 3,6%", trainata da export gas e petrolio verso Cina e India con il +20%, sopra ai livelli pre guerra
Le conferme e le previsioni di Putin e Rešetnikov, Ministro dello sviluppo economico russo. Crescita PIL nel terzo trimestre confermata a +5,5% rispetto al 2022, secondo dati Rosstat
Le sazioni internazionali contro la Russia, utilizzate dall'Occidente come principale strumento per evitare un'escalation del conflitto in Ucraina, sembrano non aver ancora conseguito gli obiettivi auspicati, nonostante siano trascorsi quasi due anni dall'invasione. Anzi, il Pil russo continua a crescere e i dati sull'export verso Cina e India fanno più che sorridere Vladimir Putin.
Pil Russia 2023 in crescita del 3,6% : le conferme e le previsioni di Putin e Rešetnikov
Secondo le recenti statistiche del Servizio statistico federale russo, tali misure non sono riuscite a fermare il recupero dell'economia russa, riportandola a livelli addirittura superiori a quelli precedenti il periodo bellico. A confermarlo è stato il Ministro allo sviluppo economico, Maksim Gennad'evič Rešetnikov, che ha predetto una "crescita del 3,6%" per quanto riguarda il PIL del 2023 russo rispetto all'anno precedente. Vladimir Putin ha inoltre affermato che la crescita economica nazionale entro la fine del 2023 potrebbe superare il 3,6 per cento attualmente previsto, e attestarsi addirittura oltre il 4 per cento.
“Più del 4 per cento? Ebbene, forse sì. Io e Mikhail Vladimirovich (Mishustin, primo ministro russo) abbiamo sempre pensato che il calo nel 2022 sarebbe stato del 2,1 per cento, ma in realtà si è rivelato dell’1,2 per cento. Quindi, forse ci sarà una maggiore crescita del Pil”, ha detto il presidente russo durante un incontro con le imprese dell’Estremo Oriente russo a Khabarovsk. Anche i media e gli analisti occidentali, secondo quanto riportato da Meduza, avrebbero riconosciuto questa ripresa economica.
Pil Russia 2023 in crescita del 3,6%: aumentano esportazioni di petrolio e gas
Dopo l'invasione avvenuta nel febbraio 2022, le sanzioni occidentali sembravano essere riuscite a far entrare la Russia in una fase di recessione protrattasi per 10 mesi, fino alla ripresa economica registrata ad agosto. "La crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) della Russia nel terzo trimestre è stata confermata al 5,5% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, quando si era ridotta del 3,5%" ha dichiarato il servizio statistico statale Rosstat. "L'economia russa è in procinto di riprendersi quest'anno da un calo del PIL del 2,1% nel 2022, poiché l'Occidente ha imposto sanzioni a tappeto contro la Russia per la sua invasione dell'Ucraina. Nel periodo gennaio-settembre, - sempre secondo Rosstat - il PIL è cresciuto del 3% e nel primo trimestre di quest'anno, è diminuito dell'1,8% crescendo del 4,9% nel secondo".
Le performance economiche del Paese guidato da Putin hanno superato le stime del Ministero russo dello Sviluppo Economico e della Banca Centrale della Federazione Russa, che in primavera avevano prospettato una crescita del PIL su base annua non superiore al 2%. Secondo l’ex vicepresidente della Banca centrale della Federazione Russa Sergey Aleksashenko, la dipendenza della Russia dalle esportazioni di petrolio e gas ha come fatto da scudo alle sanzioni internazionali e ha aiutato il Cremlino a sostenere la guerra in Ucraina.
L'economia russa, infatti, continua a trovare sostegno principalmente grazie al settore petrolifero. Aleksandr Novak, il vicepremier con delega all'Energia, ha dichiarato a Russia 24 che la Federazione ha quasi interamente "ridirezionato le sue esportazioni di petrolio verso la Cina e l'India", ottenendo ricavi "paragonabili a quelli del 2021" nonostante le sanzioni occidentali. Con soddisfazione, Novak ha sottolineato il successo dello sviluppo del complesso settore energetico e petrolifero russo nel 2023.
Pil Russo in crescita del 3,6% nel 2023: +20% export gas e petrolio verso India e Cina
Le transazioni commerciali tra Russia e India nell'anno in corso, ad esempio, hanno raggiunto la cifra di 43,8 miliardi di dollari, registrando un aumento del 20% rispetto al 2022. Questa notizia è stata divulgata dall'agenzia di stampa russa "Ria Novosti", che ha citato dati provenienti dal ministero del Commercio e dell'Industria indiano. Nei primi otto mesi dell'anno scorso, l'India ha acquistato prodotti russi per un valore totale di ben 17,1 miliardi di dollari.
In aggiunta, nell'arco di un anno, Nuova Delhi ha incrementato le esportazioni commerciali del 150%, raggiungendo la cifra di 2,6 miliardi di dollari. Questo sviluppo nel commercio consolida la posizione della Russia come il quarto principale partner commerciale dell'India.
I due principali destinatari delle esportazioni moscovite, India e Cina, sono nazioni ad elevato consumo energetico, i cui settori industriali hanno tratto vantaggio dall'ingresso sul mercato di consistenti quantità di petrolio a basso costo. Per quanto riguarda l'Europa, Novak ha indicato che la quota "non supera il 4-5%", cifre nettamente inferiori al 40-45% precedente al conflitto. Il vicepremier ha inoltre spiegato che i profitti derivanti dall'esportazione di gas e greggio hanno raggiunto i 9 mila miliardi di rubli, corrispondenti a circa 86 miliardi di euro, pari al 27% del PIL della Federazione.
Il comparto degli idrocarburi svolge un ruolo cruciale nell'economia russa, conferendo al Paese la capacità di sostenere e assistere l'impresa bellica in Ucraina. Nonostante le sanzioni imposte dal blocco NATO-UE, la morsa non è riuscita a soffocare la nazione.
Un esempio tangibile di questo cambiamento è rappresentato dal valore degli scambi commerciali tra Mosca e Pechino, che ha raggiunto i 200 miliardi di dollari nei primi 11 mesi del 2023, trainato dai settori energetico, alimentare e automobilistico. Queste cifre rilevanti si configurano come elementi fondamentali in vista delle imminenti operazioni offensive programmate per il 2024. Secondo i rapporti dell'intelligence britannica, infatti, la Russia prevede di aumentare il budget destinato alle forze armate nel nuovo anno e mira a conseguire significativi successi sul campo di battaglia, sfruttando le difficoltà che hanno afflitto lo Stato e l'esercito ucraino negli ultimi mesi.