Ucraina nella Ue, veto di Orbán ai fondi a Kiev: "Sblocchino i soldi per l'Ungheria o niente 50 mld a Zelensky"
Budapest pone il veto sui fondi a Kiev dopo l'assenso per l'adesione nell'Unione Europea. E Zelensky deve fare i conti con un altro 'no'
Veto del presidente ungherese Viktor Orbàn ai fondi per Kiev. Se Budapest ha ceduto sull'ingresso dell'Ucraina nella Ue, facendo partire i negoziati di adesione, lo stesso non si può dire dei fondi che sarebbero dovuti andare a Zelensky, circa 50 miliardi. Un'altra dimostrazione, dopo quella dei repubblicani Usa, di come il presidente ucraino stia perdendo consensi in tutto il mondo. Non solo, Orbàn ha posto il suo vesto anche contro la revisione del bilancio Ue, che slitta al 2024. Secco il monito del leader magiaro: "Sblocchino i fondi per l'Ungheria o niente soldi a Kiev".
Ucraina nella Ue, veto di Orbán ai fondi a Kiev e alla revisione del bilancio
Viktor Orbàn ha posto il veto sui fondi a Kiev (50 miliardi) e alla revisione dei bilancio. Il primo è un bello smacco per Zelensky, che ad oggi deve accontentarsi dei "soli" 200 milioni di dollari che gli offre il presidente americano Joe Biden, anch'esso in difficoltà dopo lo stop da parte dei repubblicani.
"Ventisei leader sono concordi su tutte le componenti della proposta di revisione di bilancio che abbiamo presentato. Un leader non è d'accordo sulla proposta (il Paese contrario è l'Ungheria, come reso noto dallo stesso premier, Viktor Orbán). Questo vuol dire che c'è un forte sostegno per tutte le componenti da parte di 26 leader, dal sostegno all'Ucraina alle migrazioni, al fondo di solidarietà alla difesa. Torneremo sulla materia a inizio del prossimo anno per cercare di raggiungere l'unanimità per attuare quest'accordo", ha commentato il commissario Ue.
Ucraina nell'Ue, via libera grazie all'assenza di Orbàn
Per l'ingresso dell'Ucraina nella Ue i negoziati di adesione sono già partiti. Complice, anche l'assenso e l'assenza dell'Ungheria. Viktor Orbàn non si è infatti presentato e non ha delegato nessun funzionario per la decisione da prendere, anche in merito alla Moldavia.
Il via libera è arrivato a sorpresa nel pomeriggio di ieri giovedì 14 dicembre. Prima del Consiglio Europeo c'era stata una lunga riunione tra il leader magiaro, Scholz, Macron, Michel e von der Leyen. Nessuna apertura apparente e negoziati bloccati. Ma poi ecco che il pressing dei 26 ha funzionato ed Orbàn ha ceduto, uscendo dalla stanza al momento della decisione. Un segnale da apprendere come un via libera, molto comune nella politica.
La scelta fa di sicuro piacere a Zelensky, che sta ricevendo due di picche in ogni parte del mondo. Nelle ultime ore ha perlomeno raccolto una minima soddisfazione. La domanda di adesione di Kiev era partita quattro giorni dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Nel giugno di quell'anno era stato concesso lo status di paese candidato, con rapidità anomala.