Addio a Henry Kissinger, morto a 100 anni l'ex Segretario di Stato Usa, deus ex machina dell'apertura americana a Pechino, sua la frase: "Il potere è il massimo afrodisiaco"
Il "Presidente ombra" degli Stati Uniti è morto all'età di 100 anni nella sua casa in Connecticut. Premio Nobel per la pace nel 1973, appoggiò il golpe di Pinochet e l'invasione della Cambogia
L'ex Segretario di Stato Usa Henry Kissinger è morto all'età di 100 anni nella sua casa in Connecticut. A riportare la notizia una nota della sua società di consulenza, la Kissinger Associates, poi ripresa dal Washington Post. Considerato il deus ex machina della politica estera statunitense durante le presidenze Nixon e Ford, tra il 1973 ed il 1977, anche dopo il ritiro dal ruolo pubblico la sua influenza continuerà ad incidere sulle scelte geopolitiche di Washington. Dall'apertura americana a Pechino in chiave anti sovietica in piena guerra fredda, alla "guerra al terrore" di Bush figlio degli inizi del millennio, fino al sostegno a Kiev nel recente conflitto russo-ucraino, sono stati molti i capitoli dell'azione americana dell'ultimo mezzo secolo che hanno portato la sua firma o la sua attiva partecipazione.
Addio a Henry Kissinger, morto a 100 anni l'ex Segretario di Stato Usa
Classe 1927, ebreo tedesco originario della città di Furth, Kissinger scappa oltreoceano all'alba del secondo conflitto mondiale, appena 15enne. Studia ad Harvard, quindi si trasferisce a Washington, dove con l'aiuto dell'amico Nelson Rockefeller scala le gerarchie degli apparati statunitensi. Nel 1973, quindi, è Segretario di Stato del presidente Nixon e, dopo il Watergate, di Ford. Nonostante non possa ambire a cariche maggiori (non essere nato negli Usa gli preclude la Casa Bianca), sono in molti a considerare che quello assunto in quegli anni da Kissinger sia il ruolo di "presidente nell'ombra".
Come Segretario di Stato, infatti, monopolizza di fatto la politica estera statunitense nelle proprie mani, con un vigore mai avuto da nessuno dei suoi predecessori. Convince la presidenza e, cosa ancor più difficile, il Paese ad aprirsi alla Cina comunista di Mao Zedong, per impedire la nascita di un fronte euroasiatico tra Pechino e Mosca che per dimensioni e demografia sarebbe stato di difficilissima gestione per Washington. Negli stessi anni, riesce a raggiungere un cessate il fuoco in Vietnam, tirando gli Stati Uniti fuori da un pantano nel quale in un decennio erano morti oltre 60 mila americani (e molti più vietnamiti).
Proprio quest'ultimo successo nel 1973 gli valse il Nobel per la pace. Uno dei Nobel più contestati, in realtà, a causa, tra le altre cose, della sua spinta ai bombardamenti della Cambogia ed alla successiva invasione e dell'appoggio da lui dato al colpo di Stato di Augusto Pinochet contro il presidente democraticamente eletto Salvador Allende in Cile, golpe che diede il via ad una delle più sanguinose dittature militari del Sud America della seconda metà del '900.
Dopo la fine delle sue funzioni pubbliche, nel 1977, fondò una società di consulenza strategica, senza più rendersi disponibile per cariche pubbliche. Nonostante ciò, tuttavia, non perse di vista i palazzi del potere americani (e non solo), restando per decenni una delle voci più ascoltate sul tema dei rapporti con il mondo di qualsiasi amministrazione, democratica o repubblicana che fosse. A questo proposito, sua la famosa frase: "Il potere è il massimo afrodisiaco".