L'orrore del genocidio di Gaza è intollerabile: nulla giustifica il crimine più abietto

L’oscenità della morte di bambini innocenti uccisi da militari ai quali Benjamin Netanyahu ha promesso l’impunità

Se noi avessimo visto nostro padre tornare a casa con due sacchi della spazzatura con dentro i resti del corpo di nostra sorella, una sorella che era in ospedale ed è stata dilaniata da un’esplosione come una bambola, ammazzata mentre era in un luogo protetto dal diritto internazionale, cosa penseremmo di Israele, lo Stato Nazione degli ebrei?

Se nostro padre fosse uscito di casa sventolando una bandiera bianca e un soldato israeliano avesse sparato alla testa di nostro fratello, facendola esplodere come un frutto marcio, cosa penseremmo dell’unica democrazia del Medio Oriente?

Noi abbiamo visto queste atrocità – e molte altre, naturalmente – e siamo stati a guardare. Molti di noi sono insensibili, refrattari alla Verità, persi nelle proprie paure. Ma altri sono ancora e nonostante tutto esseri umani, conoscono la Verità e sanno che è oscena, si sono risvegliati e ora sanno che la sopraffazione violenta, criminale, è l’ultimo collante dell’Impero americano, l’alleato del sionismo.

Forse siamo diventati deboli, imbelli. O forse, più semplicemente, siamo ancora capaci di provare compassione, il più nobile dei sentimenti.

Noi non conosciamo quei padri, non sono i nostri padri, ma ci rispecchiamo nel loro immenso dolore e intravediamo l’abisso, l’inferno sulla terra, la mostruosa crudeltà dell’essere umano.

Forse non possiamo fare nulla, impotenti come siamo, sempre ininfluenti, inascoltati qui nel nostro Paese, che si schiera in guerra con questo o con quello senza domandare la nostra opinione.

Forse l’unica reazione razionale è voltare la testa dall’altra parte e fingere di non avere visto, andare avanti come se niente fosse, lasciare fuori dalla nostra routine la sofferenza di genti lontane, estranee, diverse.

Rifugiarsi nella quotidianità, abbruttirsi di trasmissioni televisive rivoltanti, di video completamente idioti, di chiacchiere da bar.

Perché l’alternativa è terribile: si soffre. E questa sofferenza è un fardello che non possiamo portare da soli perché il vero dolore è individuale, ma va sempre condiviso. La vera solitudine è non avere qualcuno con cui condividere questo dolore.

Per cui – noi esseri umani ancora capaci di compassione – stringiamoci gli uni agli altri: è la reazione più naturale, istintiva. La vediamo anche nel mondo animale: quando un elefante sta per morire, i compagni di branco gli si stringono intorno e lo sostengono sulle quattro zampe, come se volessero prolungarne la vita. Morto, lo vegliano per ore, tutti insieme. A volte, ricoprono il cadavere con ciò che trovano, come se comprendessero l’oscenità della morte.

L’oscenità della morte di bambini innocenti uccisi da militari ai quali Benjamin Netanyahu ha promesso l’impunità: “Non ci saranno processi, neppure nell’ipotesi in cui vengano commessi crimini di guerra”.

Ho orrore di tutto ma, soprattutto, ho orrore di ciò che potrei diventare se un giorno dovessi accorgermi di non essere più capace di provare compassione.

di Alfredo Tocchi, 27 novembre 2023