Onu: "Da Israele crimini di guerra, bombe su civili è punizione collettiva"; in Egitto razzo su ospedale, Tel Aviv: "Partito da Yemen"

Aumentano le tensioni tra Israele e Nazioni Unite, con le seconde sempre più critiche dell'operato di Tel Aviv contro i civili palestinesi. Nel frattempo cresce il timore di un allargamento del conflitto nell'area del Mar Rosso

Dall'Onu l'accusa ad Israele di crimini di guerra per la durissima repressione adottata nella Striscia di Gaza dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre scorso. Una repressione, sottolineano numerosi commentatori, che colpisce indiscriminatamente miliziani e, soprattutto, civili. Sul fronte bellico, poi, aumentano le preoccupazioni di un possibile allargamento del conflitto. Oltre agli ormai quotidiani scambi di missili tra Idf ed Hezbollah libanesi, ed oltre alle minacce di intervento iraniane contro Tel Aviv, anche l'Egitto (finora attore della sola questione umanitaria, per via del valico di Rafah) sembrerebbe sempre più coinvolto nella questione bellica, dopo che due razzi, secondo Israele di origine yemenita, hanno colpito il suo territorio nel Sinai.

Onu: "Da Israele crimini di guerra contro i civili palestinesi"

Un primo squarcio tra Tel Aviv ed il Palazzo di Vetro di New York si era aperto alcuni giorni fa, quando il Segretario Generale delle Nazioni Unite, il portoghese Guterres, aveva sottolineato come "le violenze di Hamas non spuntino fuori dal nulla, ma seguono 56 anni di soffocante occupazione israeliana ai danni del popolo palestinese". Lo Stato ebraico aveva replicato accusando il Segretario di "sostenere il terrorismo di Hamas" e chiedendone le dimissioni. 

Oggi, venerdì 27 ottobre, un nuovo capitolo dello scontro istituzionale, nel quale a puntare il dito è nuovamente l'Onu. A pronunciare il j'accuse, in particolare, è il portavoce dell'Alto Commissario per i Diritti Umani, Ravina Shamdasani, che durante una conferenza stampa a Ginevra ha affermato: "La punizione collettiva è un crimine di guerra. La punizione collettiva da parte di Israele dell'intera popolazione di Gaza deve fermarsi immediatamente". La portavoce, dopo aver descritto Israele come un criminale di guerra, ha quindi specificato la natura di punizione collettiva che un assedio come quello di Gaza (in cui 2,2 milioni di civili sono intrappolati senza corrente o acqua, sotto costante rischio di bombardamenti) assume: "Per le 2,2 milioni di persone che vivono a Gaza è una catastrofe umanitaria e una punizione collettiva".

Egitto, razzo su ospedale: timore per il possibile allargamento del conflitto in Medio Oriente

Aumentano intanto i timori di un allargamento del conflitto in Medio Oriente e nel settore del Mar Rosso. Sorvegliato speciale nelle ultime ore è l'Egitto, dove  l'emittente locale al-Qahera News ha riportato che nella tarda serata di ieri, giovedì 26 ottobre, degli oggetti volanti non meglio specificati, probabilmente razzi o droni, avrebbero colpito i territori della città di Taba, al confine con Israele. 

Secondo il Cairo gli oggetti sarebbero caduti nei pressi di un centro medico ed alcune palazzine residenziali, e si conterebbero almeno 7 feriti. Al momento sembrerebbe esclusa la natura intenzionale dell'evento, trattandosi, secondo Tel Aviv, di velivoli lanciati contro le sue postazioni nei pressi della Striscia di Gaza (a pochi chilometri dal luogo dell'effettivo impatto) e solo per errore caduti in Egitto. 

Il Contrammiraglio Daniel Hagari, portavoce delle forze armate israeliane, ha affermato che gli oggetti sarebbero decollati dalla direzione del Mar Rosso, in particolare dallo Yemen, e che l'aeronautica dello Stato ebraico avrebbe inutilmente cercato di abbatterli in cielo. Secondo l'intelligence di Tel Aviv, i missili sarebbero stati lanciati dai ribelli yemeniti filo iraniani Houthi, gli stessi che la settimana scorsa avevano sparato razzi verso Israele intercettati in volo dalle contraeree di Usa e Arabia Saudita.