Razzismo di Stato, i profughi ucraini sì, quelli palestinesi no. Nessuno davanti al genocidio di Gaza muove un dito

Oggi, davanti al genocidio in atto a Gaza, nessuno – e sottolineo nessuno – muove un dito. Persino l’eretico (e sincretista) argentino ci ha tenuto a sottolineare che i suoi amici abitavano nei kibbutz

“La prima virtù di tutti gli uomini davvero grandi è la sincerità. Essi hanno sradicato l'ipocrisia dai loro cuori”. (Anatole France)

Se quanto ha scritto il Premio Nobel Anatole France è vero – ed è vero – ragionando “a contrario” il primo vizio di tutti gli uomini davvero piccoli è l’ipocrisia. E non è forse ipocrisia fingersi generosi e caritatevoli?

Allo scoppio della guerra in Ucraina, in ogni scuola d’Italia, in ogni Comune si organizzarono raccolte di beni di prima necessità per i profughi. Iniziative lodevoli, qualunque sia la nostra opinione su quel conflitto. Aiutare i profughi è un gesto di solidarietà che nasce dalla compassione, il più nobile dei sentimenti.

Oggi, davanti al genocidio in atto a Gaza, nessuno – e sottolineo nessuno – muove un dito. Persino l’eretico (e sincretista) argentino ci ha tenuto a sottolineare che i suoi amici abitavano nei kibbutz.

Dove sono finite tutte quelle anime caritatevoli che nelle nostre scuole elementari insegnavano ai nostri bambini che i Russi sono i cattivi e gli Ucraini i buoni? Dove sono le bandiere azzurre e gialle che solerti maestrine del PD hanno fatto disegnare per mesi ai loro alunni? Perché nessuno espone sul terrazzo di casa una bandiera palestinese?

I cattivi maestri del giornalismo italiano, nessuno escluso (e, mi dispiace dirlo, nel novero questa volta spiccano tre veri maestri che fino a ieri stimavo) risponderebbero che è ovvio: c’è un aggredito e un aggressore!

Vergognatevi! Non esiste nessuna giustificazione per un genocidio, nessuna. Le rappresaglie dei peggiori eserciti sono quisquilie al confronto della strage in atto a Gaza.

No, non esiste nessuna giustificazione. Ma esiste un motivo evidente: tutti coloro che assistono senza indignarsi sono non soltanto degli ipocriti, ma dei razzisti.

Il profugo biondo con gli occhi chiari e soprattutto cristiano è bene accetto, quello musulmano no.

Le solerti maestrine del PD mi fanno schifo. Ho orrore che educhino mia figlia. Quali valori possono trasmetterle queste ipocrite razziste?

E più di tutti mi fanno schifo i sepolcri imbiancati della solidarietà cattolica. Dell’argentino ho già detto: per diritto canonico il Papa eretico (e sincretista) non è Papa. Altro non voglio aggiungerlo, non oggi.

Un conto è dare assistenza ai profughi, un altro conto è consentire un’immigrazione indiscriminata.

L’assimilazione degli immigrati sul modello francese (o la loro integrazione) è un problema complesso e non avrei il minimo scrupolo di coscienza a fare selezione anche in base a criteri quali il Paese di provenienza e la religione. Ma qui il punto è un altro: la caritatevole Italia dei profughi di Gaza se ne frega e se ne frega perché esiste un razzismo di Stato, qui come nell’Unione Europea.

2,2 milioni di esseri umani sotto bombardamenti da una settimana, senz’acqua, energia elettrica, cure mediche e noi non convochiamo l’Ambasciatore israeliano, non inviamo neppure il latte per i bambini.

Eppure, siamo la Nazione più bella del mondo, quella abitata dalla popolazione più generosa (l’eterno canto autoassolutorio dell’ipocrita senza memoria: leggi razziali e Shoah sono passate anche da qui).

L’ho già scritto ma ci tengo a ripeterlo: la responsabilità penale è personale e la pena deve essere proporzionata al crimine commesso: cosa hanno fatto i bambini di Gaza? Perché non siete capaci di piangerli?

Perché siete ipocriti e razzisti, pronti a discriminare i vostri simili, a consentire che vengano privati dei loro diritti umani se questa privazione può essere utile a placare la vostra paura.

Un déjà vu. Non per questo meno orribile.

di Alfredo Tocchi, Il Giornale d’Italia, 17 ottobre 2023