Vignettista Steve Bell licenziato dal Guardian per un fumetto su Netanyahu, lui: "Impossibile disegnare qualcosa su Israele senza essere accusati di antisemitismo"
Il Guardian replica che contratto di Bell sarebbe "scaduto" dopo 40 anni di lavoro e pubblicazioni sempre apprezzate, ma Bell non ci sta
L'acclamato vignettista del Guardian Steve Bell ha annunciato di essere stato "licenziato" dal giornale britannico per via di un suo lavoro, una vignetta estremamente caustica su Benjamin Netanyahu che arriva dopo l'attacco israeliano del 7 ottobre su Gaza in risposta all'aggressione di Hamas. Steve Bell ha accusato il Guardian di averlo allontanato basandosi su un falso sospetto di antisemitismo. Il Guardian, tuttavia, ha negato queste affermazioni, sostenendo che il contratto di Bell era scaduto ormai dopo una carriera di 40 anni di lavoro alle spalle, con numerose pubblicazioni apprezzate. L’evento è però stato interpretato in maniera diversa da altri media britannici, dando notevole risonanza all’accaduto.
La vignetta incriminata è costata il posto al noto vignettista del Guardian, Steve Bell
La vignetta in questione raffigurava il premier israeliano con i guantoni da pugilato mentre disegnava una mappa di Gaza sul suo ventre e intimava ai residenti intrappolati nella Striscia di andarsene "ora", utilizzando un'espressione tipica del pugilatoche richiama il “fuori i secondi” della disciplina. Questa rappresentazione ha suscitato critiche soprattutto da parte di esponenti politici del Partito Conservatore, che avevano precedentemente sollevato accuse di antisemitismo riguardo ad alcune vignette di Bell, soprattutto quelle relative a Israele.
Bell rifiuta le accuse: l’ispirazione in una vecchia vignetta contro la Guerra del Vietnam
Alcuni hanno addirittura interpretato il volto di Netanyahu nella vignetta come un riferimento (ad iniziare dal naso) al personaggio di Shylock, l’ebreo usuraio del "Mercante di Venezia" di William Shakespeare, suggerendo un presunto pregiudizio antisemita. Steve Bell ha rimandato al mittente queste accuse per lui prive di fondamento, sottolineando che non c'erano riferimenti all’opera di Shakespeare, ma bensì che aveva invece tratto ispirazione da una celebre vignetta americana che denunciava la guerra in Vietnam: in questa il presidente Lyndon Johnson era ritratto con i guantoni da boxe e una mappa del Vietnam disegnata sul suo corpo.