Ucraina, “l’italiana Parpas vende macchinari per tank a Mosca aggirando le sanzioni”: l'azienda smentisce accuse da Usa

L'azienda italiana è accusata da un think tank Usa di aver aggirato le sanzioni vendendo materiale dual use alla società russa Yumak, ma lei smentisce

 Viene spesso fatto il nome della società russa Yumak, con sede nel centralissimo Boulevard Bolshoi di Mosca, nell'inchiesta del think tank americano Silverado Policy Accelerator riguardante le presunte triangolazioni che la Federazione avrebbe negli ultimi mesi messo in atto per aggirare le sanzioni. Non solo, nel dossier spunterebbe anche il nome di un'azienda italiana, la veneta Parpas spa. Che tuttavia rispedisce le accuse al mittente.

L'azienda italiana Parpas Spa è stata accusata da un think tank Usa di aver venduto materiale dual use alla società russa Yumak nonostante le sanzioni

Una questione, quella dell'aggiramento delle sanzioni a Mosca, che vede spesso citare aziende italiane operanti nei più diversi campi. A far scattare l'attenzione Usa, in particolare, sarebbe stato il boom del nostro export verso la Turchia, aumentato dall'inizio del conflitto nel febbraio del 2022 dell'87%. Secondo numerosi osservatori, principalmente americani, ciò sarebbe dovuto alla facile sponda che Ankara offrirebbe a quanti sarebbero interessati a vendere in Russia, nonostante le restrizioni.

Così il think tank con sede a Washington Silverado Policy Accelerator cita, nel suo ultimo dossier, l'azienda italiana Parpas spa, leader nel settore dei macchinari industriali in grado di vantare clienti come Ferrari, Fiat, General Motors, McLaren, Airbus, Boeing, Lockheed Martin, General Eletric e Pratt & Whitney.

Secondo il centro studi Usa, nel luglio del 2022 la Parpas sarebbe riuscita a consegnare, tramite passaggio dalla Turchia, un processing center, centralina di lavorazione automatizzata considerata essere strumento dual use, ovvero impiegabile tanto nel settore civile quanto nella produzione militare, in particolare nell'industria dei tank. Presunto cliente della vendita, la citata Yumak, la società che starebbe permettendo a Mosca la costante ricezione di materiale teoricamente sottoposto a sanzione.

Interpellata da La Repubblica, l'azienda veneta ha confermato l'esistenza di un ordine di vendita per un processing center, ma ha anche precisato che non fosse affatto destinato alla Yumak: "Abbiamo rispettato tutte le disposizioni delle sanzioni".