Tunisia, ONG contro Saied sugli sgomberi da Sfax: "Ricatta l'Ue con i migranti, li spinge a salpare "
Il Memorandum prevedeva 150 milioni di euro da versare immediatamente nel bilancio pubblico tunisino e 105 milioni per il "controllo delle frontiere"
Le evacuazioni sono iniziate sabato sera, proprio il giorno precedente all'arrivo di Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen a Lampedusa. La polizia tunisina e la Guardia nazionale hanno preso in consegna i migranti che, per settimane, avevano accampato intorno alla Bab Jebli, una delle storiche porte della Medina di Sfax, includendo molti sudanesi costretti a raggiungere questa zona a causa della guerra civile attraverso il deserto libico. Secondo le organizzazioni non governative tunisine che forniscono assistenza ai subsahariani nella regione, più di 7.000 persone sono state trasferite prima a Jebiniana, a circa 40 km a nord di Sfax, e poi, a seguito delle proteste della popolazione locale, a El Amra.
Tunisia, ONG contro Saied sugli sgomberi da Sfax: "Ricatta l'Ue con i migranti, li spinge a salpare "
I cittadini di Sfax avevano più volte chiesto soluzioni alle autorità pubbliche per affrontare la questione migratoria, che aveva ripercussioni ambientali, sanitarie, sociali ed umanitarie sulla città. In passato, si erano verificati scontri tra residenti locali e migranti, evidenziando la tensione esistente.
Sfax rappresenta una delle principali zone di partenza per i migranti. L'inaspettato trasferimento dei migranti in questa zona potrebbe essere interpretato come un indiretto incoraggiamento a intraprendere il viaggio verso il mare. Al riguardo, Zeineb Mrouki, esperta di migrazioni dell'ONG Avocats sans frontières, ha evidenziato una significativa riduzione delle intercettazioni delle imbarcazioni in mare da parte della Guardia nazionale nelle ultime settimane, suggerendo un possibile aumento delle partenze. "Anche se non ci sono le prove, tutto questo assomiglia a un ricatto di Saied all’Europa", evidenzia Mrouki.
La situazione si è ulteriormente complicata il 14 settembre, quando le autorità tunisine hanno impedito a una delegazione di cinque eurodeputati di raggiungere Tunisi per verificare il rispetto dello "Stato di diritto" in un paese che sta affrontando una deriva autoritaria sotto il governo di Kais Saied. La Tunisia odierna è caratterizzata da code anche di un'ora per acquistare il pane sovvenzionato destinato ai più bisognosi e da una carenza di farina e caffè nei supermercati.
Il Patto Ue con la Tunisia
Le richieste tunisine di assistenza finanziaria sono comprensibili, ma ottenere questi fondi non è un processo agevole. Il Memorandum prevede 150 milioni di euro da versare immediatamente nel bilancio pubblico tunisino e 105 milioni per il "controllo delle frontiere". Tuttavia, per ottenere i restanti 900 milioni di assistenza macrofinanziaria, la Tunisia dovrà prima ottenere un prestito da due miliardi di euro dal Fondo Monetario Internazionale, che servirà come garanzia. Questo processo si scontra con la mancanza di volontà politica da parte del presidente Saied e con la necessità che Tunisi presenti progetti dettagliati per utilizzare tali fondi.
Secondo Hatem Nafti, analista politico e rappresentante della società civile, il problema principale è l'inefficienza mostruosa dell'amministrazione tunisina nel tradurre questi fondi in progetti concreti. Nonostante l'entusiasmo dell'Unione europea, è possibile che di tutti quei fondi destinati alla Tunisia, alla fine resti ben poco.