Colloqui Usa-Cina a Malta, preparazione vertice Biden-Xi: Pechino alza la posta con 103 jet su Taiwan

Colloqui segreti Usa-Cina nel weekend, sul tavolo Taiwan e Indo-Pacifico: atteso vertice tra Biden e Xi a novembre a San Francisco. Oltre 100 jet cinesi sorvolano Taiwan

Movimenti fulminei nelle ultime ore per il dossier Indo-Pacifico. Washington e Pechino hanno reso nota la conclusione di un vertice segreto tenutosi a Malta tra il Consigliere per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan ed il capo della diplomazia della Repubblica Popolare Wang Yi durante il weekend. Secondo indiscrezioni, sarebbe in preparazione un faccia a faccia tra Biden e Xi Jinping, atteso a San Francisco il prossimo novembre. Oltre a queste notizie a sorpresa, non anticipate da nessuna delle due cancellerie, a prendere posto nella cronaca estera c'è il sorvolo, da parte di una flotta aerea cinese di oltre 100 velivoli da guerra, dei cieli di Taiwan, una prova di forza senza precedenti che certamente si collega a quanto, nel frattempo, stava avvenendo nell'isola mediterranea.

Sullivan e Yi si incontrano a Malta, aquila e dragone si studiano pensando all'Indo-Pacifico

Un faccia a faccia inaspettato, quello che per 12 ore ha visto confrontarsi a Malta il capo della diplomazia cinese Wang Yi e la controparte statunitense Jake Sullivan, Consigliere per la Sicurezza Nazionale di Washington e per molti il deus ex machina delle politiche dell'amministrazione Biden nei confronti del dragone. Inaspettato e, proprio per questo, di elevato interesse. 

Questa è la prima volta che i due funzionari si incontrano da maggio, da quando cioè il caso del pallone spia aveva infiammato le tensioni tra le due superpotenze. Ad oggi i rapporti tra le due capitali sono in uno stato vegetale: molti, quindi, gli osservatori che ritengono l'incontro a Malta motivo di speranza per una prossima distensione. Eppure, i motivi di contrasto non sono stati sciolti, e la reciproca buona volontà ad un riavvicinamento (se veramente dovesse esserci) non è sufficiente ad abbattere una crisi che ha ormai abbandonato la calendarizzazione dei mesi entrando a piedi pari in quella degli anni. Definitivo scarrellamento verso la strutturalità del conflitto, per ora freddo. 

Al di là dei sorrisi, la partita per Taiwan e l'accesso cinese all'oceano

Nonostante questo, fonti americane si mostrano positive, con la Casa Bianca che parla di "dialogo sincero e costruttivo", prestando il fianco alla narrazione di speranzosi "piccoli e limitati segnali di una possibile ripresa dei canali di comunicazione", in particolare in ambito militare.

Fulcro del discorso tra Sullivan e Yi, l'Indo-Pacifico. Esasperate le proteste cinesi per l'annuncio di Washinton di voler costruire un gigantesco porto, dal grande impatto strategico, nelle Filippine, a circa 200 chilometri da Taiwan. Altrettanto gravi le accuse americane alla prova di forza di Pechino, la maggiore dall'inizio della crisi, ovvero il sorvolo dei cieli taiwanesi, nella giornata di domenica 17 settembre, di 103 aerei delle forze armate cinesi in meno di 24 ore. 

Modi, ritengono molti osservatori, adottati da entrambe le parti in gioco per aumentare la pressione sul rispettivo avversario, in vista dell'incontro di novembre a San Francisco tra il presidente americano Joe Biden ed il leader cinese Xi Jinping. Un incontro nel quale il futuro di Taiwan potrebbe essere deciso e che, per questo, richiede ad entrambe le amministrazioni di arrivare al summit nella miglior posizione strategica possibile, per essere in grado di limare il massimo delle concessioni ottenibili per via diplomatica.