Azerbaijan, confini chiusi per "contenimento" Covid, popolazione: "Governo mente per controllarci"

Nonostante la fine dell'emergenza pandemica di Covid-19, in Azerbaijan i confini terrestri continuano a restare chiusi. "Vogliono controllarci facendola passare per 'misura sanitaria'", denuncia la popolazione

In Azerbaijan da ormai tre anni tutti i confini terrestri del Paese sono chiusi al passaggio di persone. Il motivo ufficiale dietro a questa misura draconiana è affermato risiedere nelle misure di contenimento del Covid-19, nonostante nel maggio di quest'anno l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) abbia ufficialmente dichiarato come la pandemia "non costituisce più un'emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale".

In Azerbaijan il presidente Eliyev tiene da 3 anni i confini chiusi, motivando la misura con il contenimento del Covid: proteste della popolazione

Non solo quelli con l'Armenia, paese con cui dal crollo sovietico vige uno stato più o meno dichiarato di "guerra a bassa intensità", ma anche i confini con Russia, Georgia, Turchia ed Iran sono dal 2020 interdetti al passaggio di persone che intendano entrare o uscire dall'Azerbaijan. Un divieto giustificato da Baku dalla volontà di contenere la diffusione del virus Covid-19, ma che dopo tre anni dall'inizio della draconiana misura, e dopo la conferma dell'OMS sulla fine dell'emergenza pandemica, appare sempre di più come un'iniziativa di ben altro profilo. Tanto più, denunciano i molti scontenti dall'attuale stato delle cose, che il divieto di attraversamento dei confini è limitato a quelli terrestri: nessun problema se si intende andare all'estero, o dall'estero arrivare, in aereo. Stesso discorso per le merci: il traffico ferroviario e di tir da e per il Paese del Caucaso Meridionale non ha infatti subito alcuna restrizione.

Una situazione sempre meno sopportabile dalla popolazione locale, agli occhi della quale l'idea di una manovra governativa tesa ad una dura affermazione del controllo sulle categorie più povere (quelle, chiaramente, in maggiore difficoltà nell'acquisto di un biglietto aereo) mascherata da "misura sanitaria", appare sempre più verosimile. Non a caso, nel mese di agosto, una petizione firmata da almeno un migliaio di cittadini, e fortemente sostenuta dalla folta comunità azera abitante in Georgia (da tre anni impossibilitata a tornare nel Paese d'origine), aveva chiesto al Presidente Ilham Eliyev di allentare le misure restrittive. 

Una possibilità che Baku discuterà ad ottobre. In una riunione interministeriale presieduta a luglio da Eliyev, infatti, il Presidente aveva posticipato il termine del regime di quarantena (assente all'interno del Paese, dove le restrizioni sono state completamente abolite) al 2 ottobre di quest'anno. In quell'occasione il leader azero aveva affermato: "La direzione di diffusione di questa malattia sono i confini terrestri. Ecco perché manteniamo chiusi i nostri confini - e stiamo facendo la cosa giusta. Manterremo i confini chiusi tutto il tempo necessario".