F-16 all'Ucraina, gli Usa prendono tempo: ok all'invio da Paesi Bassi e Danimarca, ma dal giugno 2024

Confermata l'approvazione di Washington all'invio di F-16 all'Ucraina, ma le tempistiche deludono Kiev. Tra addestramento e consegna, stima il Washinton Post, i jet potrebbero essere operativi dal settembre 2024

Notizie non confermate avevano già ventilato la possibilità negli scorsi giorni. Oggi, tuttavia, arriva l'ufficialità di una decisione che a Washington è costata mesi di discussioni, quella attorno all'autorizzazione di caccia di quarta generazione F-16 all'Ucraina. Il via libera statunitense permette a Danimarca e Paesi Bassi di cedere parte del proprio parco aereo a Kiev (è facile supporre in cambio di mezzi di generazione superiore da oltreoceano) ma, confermano più fonti, ciò non andrà ad influenzare sulla controffensiva attualmente in corso.

Washington da il via libera alla consegna di F-16, ma la data di impiego resta lontana

A definire la funzione che i jet andranno ad assumere in seno all'aviazione di Kiev ci aveva già pensato il portavoce del Pentagono Patrick Ryder: "Siamo pienamente consapevoli della dura lotta che l’Ucraina sta affrontando per difendere il proprio Paese, ed è per questo che continuiamo a fornire attivamente assistenza per la sicurezza, fondamentale per la situazione sul campo di battaglia. (Ma) gli F-16 riguardano il nostro impegno a lungo termine in Ucraina e sono una capacità che non sarà rilevante per l’attuale controffensiva". Washington considera quello degli F-16 un asset che dovrà essere investito nell'Ucraina post-conflitto, piuttosto che in quella in guerra. Il valore della deterrenza contro eventuali future incursioni russe nel cuore della pianura sarmatica, piuttosto che strumento per la riconquista di territori che, quotidianamente, sembrano sempre più difficili da riconquistare.

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A spegnere gli entusiasmi su un reale impatto dei velivoli occidentali sull'attuale stato dello scontro, varie ragioni. Innanzitutto, i tempi di consegna: nonostante l'ufficializzazione del via libera, la sua effettiva messa in pratica sarebbe stata spostata dal dicembre di quest'anno all'estate del 2024. Secondo quanto riportato dal Washington Post, sarà molto difficile vedere volare F-16 nei cieli ucraini prima del settembre 2024. Oltre al ritardo delle consegne, a pesare sulle tempistiche di effettivo impiego è soprattutto il nodo "addestramento".

Esclusa senza (in teoria) appello l'ipotesi di far pilotare i mezzi a militari occidentali, si rende necessario l'addestramento, da zero, di decine di piloti ucraini, abituati a manovrare velivoli di origine sovietica, di tutt'altra natura e funzionamento rispetto ai mezzi Nato. La stessa problematica era stata riscontrata (e non sembra essere ancora del tutto superata) con l'invio di mezzi terrestri occidentali, fino a pochi mesi fa sconosciuti all'esercito ucraino; ma, è il timore di molti osservatori, potrebbe essere ora esasperata con i mezzi aerei, per loro natura di molta più difficile conduzione. Oltre a questo, pare incredibile, si pone per i piloti di Kiev il muro linguistico. 

Manuali di addestramento, istruttori, linguaggio operativo, corsi: tutto in inglese, lingua molto poco diffusa nell'estremo oriente europeo. Il 9 agosto il Kyiv Independent, una delle principali testate ucraine , scriveva trionfante che 8 piloti ucraini con fluenti conoscenze di lingua inglese stavano per accingersi a salpare alla volta degli Stati Uniti, dove sarebbero stati addestrati nell'uso del jet della Lokheed Martin, mentre altri 20, con conoscenze "base" della lingua, sarebbero volati in Inghilterra per studiarla. Per adesso, meno di 30 piloti (772 i caccia russi all'inizio del conflitto), i quali dovranno essere sottoposti ad un corso accelerato che gli istruttori dell'Us Air Force sperano possa durare un massimo di 6 mesi, anche se le opinioni in merito sono contrastanti (il corso standard per la preparazione all'uso dell'F-16 dura solitamente 1000 ore, circa un anno, ma si parla di un corso pensato per un pilota occidentale, già pienamente consapevole e preparato sulla dottrina della difesa aerea Nato, non per un professionista formato dalla scuola post-sovietica). 

Alla fine è quindi toccato al portavoce dell'Aeronautica militare ucraina, Yuriy Ihnat, confermare quanto pare essere chiaro: "L’aeronautica di Kiev non sarà in grado di difendere l’Ucraina con aerei da combattimento F-16 durante questo autunno e inverno". Un problema, per il Paese, la cui intelligence sembrerebbe sempre più preoccupata dalla possibilità di una nuova offensiva russa proprio nel periodo citato, quando cioè le gelate che precedono l'inverno induriscono campi e strade, permettendo un facile passaggio di mezzi, gommati e cingolati, su terreni in altri periodi difficili da attraversare. Per allora, è l'idea più ricorrente a Kiev, saranno rimpiante decisioni più veloci in merito alla consegna di F-16.