Polonia, 10mila soldati schierati al confine con la Bielorussia. Ministro Difesa avverte: "non osi attaccarci"

Il Ministro della Difesa polacco Blaszczak ha spiegato che le truppe serviranno per "spaventare l'aggressore bielorusso".

Ancora tensioni tra Polonia e Bielorussia: giovedì il ministro della Difesa polacco, Mariusz Blaszczak, ha annunciato che il Governo manderà 10mila soldati al confine con Minsk, come misura di sostegno alla polizia di frontiera. Blaszczak ha spiegato che 6mila soldati affiancheranno da subito i poliziotti che controllano la frontiera bielorussa, mentre altri 4mila saranno tenuti nei reparti di riserva, in attesa di ulteriori ordini.

Polonia, 10mila soldati schierati al confine con la Bielorussia. Ministro Difesa avverte: "non osi attaccarci"

"Stiamo avvicinando l’esercito al confine con la Bielorussia per spaventare l’aggressore in modo che non osi attaccarci", ha spiegato Blaszczak in un’intervista radiofonica. Le tensioni tra i due Stati non sono certo nuove, specie nell'ultimo mese: il 2 agosto, infatti, la Polonia aveva mandato nuove truppe al confine con la Bielorussia, senza specificarne il numero esatto, dopo aver accusato il Governo di Lukashenko di aver violato il proprio spazio aereo con velivoli militari. Minsk dal canto suo aveva negato con forza di aver invaso lo spazio aereo polacco, accusando Varsavia di essersi inventata tutto soltanto per poter schierare parte del proprio esercito vicino al confine. Ulteriori attriti tra le due Nazioni si erano verificate dopo la fallita rivolta armata in Russia del 24 giugno, ad opera dai mercenari del gruppo Wagner guidati da Yevgeny Prigozhin: la Bielorussia aveva accettato di accogliere sul proprio territorio i mercenari del gruppo, e da allora Alexander Lukashenko aveva ironizzato sull’ipotesi che i membri della Wagner potessero essere intenzionati a superare il confine con la Polonia.

La crisi migratoria al confine

Il confine tra Polonia e Bielorussia negli ultimi anni è stato anche al centro di una grave crisi migratoria, dopo che nel 2021 il governo bielorusso aveva cominciato sistematicamente ad accogliere e poi respingere proprio verso il territorio polacco migliaia di migranti e richiedenti asilo, la maggior parte di essi provenienti da Medio Oriente e Nord Africa, nel tentativo di creare scompiglio non solo a Varsavia, ma anche all'Unione Europea, dichiarati nemici del del regime di Lukashenko. Il Governo guidato da Mateusz Morawiecki aveva risposto alle provocazioni con estrema durezza, respingendo a sua volta i migranti costringendoli a tornare indietro, fino a completare la costruzione di un muro per ostacolare l’attraversamento al confine. Secondo il capo della polizia di frontiera polacca, nell’ultimo anno ben 19mila persone hanno attraversato illegalmente il confine, mentre l'anno scorso erano state circa 16mila.