Donald Trump si dichiara non colpevole per l'assalto a Capitol Hill: "Un'altra incriminazione e ho vinto le elezioni"

L'ex presidente ha anche attaccato Joe Biden e i Democratici, accusandoli di "non voler competere contro di lui "

L'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, davanti al tribunale della corte federale del District of Columbia di Washington, si è ufficialmente dichiarato "non colpevole" riguardo alle accuse di aver utilizzato "metodi illegali" per rovesciare i risultati delle elezioni presidenziali del 2020, che poi avrebbero portato all'assalto di Capitol Hill del gennaio 2021. L'ex presidente è arrivato all'udienza preliminare, presieduta dal magistrato Moxila Upadhyaya, accompagnato dal suo team legale, guidato da John Lauro. La prossima udienza è stata fissata per il prossimo 28 agosto, davanti alla giudice Tanya Chutkan. Quattro i reati contestati a Trump nel processo per l'assalto al Congresso: cospirazione per frodare gli Stati Uniti, associazione a delinquere per ostacolare un procedimento ufficiale, ostacolo e tentativo di ostacolare un procedimento ufficiale e cospirazione contro i diritti

Donald Trump si dichiara non colpevole per l'assalto a Capitol Hill: "su di me strumentalizzazioni senza precedenti"

Poco prima dell'udienza, Trump aveva parlato di una "strumentalizzazione senza precedenti della Giustizia nei suoi confronti", scagliandosi contro l'attuale presidente Joe Biden, accusandolo in particolare di aver ordinato al Dipartimento di Giustizia di "incriminarlo di tutti i crimini che si possono inventare, perché i democratici non vogliono competere contro di me". Trump si è comunque dichiarato ottimista, nonostante i processi, per la prossima campagna elettorale: sulla sua piattaforma social "Truth" ha infatti scritto un post eloquente: "Presto, nel 2024, toccherà a noi". Il tycoon è al momento il grande favorito per la nomination repubblicana alle elezioni presidenziali del prossimo anno. L'ex presidente aveva anche chiesto che il processo a suo carico fosse spostato in un luogo "politicamente imparziale", suggerendo il West Virginia (dove alle ultime elezioni, Trump aveva battuto Biden di circa 40 punti) al posto di Washington, annunciando che in quest'ultimo stato "il 95% delle persone fosse contro di lui" e oltre a Biden, definito un "disonesto", ha denunciato anche Jack Smith, il super procuratore del caso dell'assalto al Congresso, che il tycoon ha apostrofato come "squilibrato", accusando entrambi di aver montato contro di lui un caso "totalmente falso". Secondo dei calcoli da lui stesso diffusi in una mail inviata ai suoi sostenitori, Trump rischierebbe fino a 561 anni di carcere. "Mi serve un'altra incriminazione per assicurarmi la vittoria, per aver contestato un'elezione corrotta, truccata e rubata” ha scritto su un altro post su "Truth", lanciando anche un messaggio ai suoi sostenitori: “È un grande onore, mi arrestano per voi". 

Il processo e le accuse contro Trump

L'udienza del 3 agosto è stata molto breve, essendo durata soltanto 27 minuti. Il procuratore Smith non ha chiesto che Trump venisse detenuto in attesa del processo, ma il tycoon è stato rilasciato con pochissime condizioni, tra cui il divieto di comunicare con i testimoni coinvolti nel caso, se non attraverso un avvocato. Secondo l'accusa, ad aver incoraggiato l'assalto del 6 gennaio 2021 in collaborazione con Trump ci sarebbero stati sei "co-cospiratori", che al momento non sono stati nominati in quanto non ufficialmente incriminati, anche se è probabile che si possa trattare dei suoi ex avvocati Rudy Giuliani, John Eastman, Sidney Powell e Kenneth Chesebro, più l'ex funzionario del dipartimento di Giustizia Jeffrey Clark, mentre il sesto misterioso "aiutante cospiratore" non sarebbe ancora stato identificato. "Questa è una giornata molto triste per l'America, è una persecuzione ai danni di un oppositore politico" ha dichiarato l'ex presidente ai giornalisti lì presenti.