Patrick Zaki rifiuta il volo di Stato e l'incontro con il governo: “attivisti indipendenti”. Lupi: “Un grazie è buona educazione”
Il suo rimpatrio è ritardato per un paio di giorni a causa del travel ban egiziano
L'atteso arrivo in Italia dell'attivista egiziano Patrick Zaki è stato rimandato di alcuni giorni a causa di alcuni documenti mancanti per la revoca del travel ban imposto dalle autorità egiziane. Zaki aveva pianificato di giungere a Bologna già nella giornata di sabato, ma ha annunciato tramite i suoi canali social che i piani subiranno un leggero cambiamento.
Patrick Zaki rifiuta il volo di Stato e l'incontro con il governo, il motivo: "No scorta diplomatica, gli attivisti sono indipendenti"
"Abbiamo appreso che i documenti ufficiali per revocare il divieto di viaggio saranno finalizzati domenica a mezzogiorno. Pertanto, dovremo aspettare ancora un paio di giorni per viaggiare e assicurarmi che la mia situazione legale sia chiara al 100%. Stai tranquilla Bologna, arrivo tra un paio di giorni, dobbiamo solo avere ancora un po' di pazienza", ha comunicato Patrick Zaki.
Il piano iniziale prevedeva che Patrick Zaki prendesse un volo di linea dal Cairo per Milano, insieme alla sua sorella e alla fidanzata, per poi raggiungere Bologna in auto. Tuttavia, a causa del travel ban imposto dalle autorità egiziane, il viaggio non può essere effettuato finché questo divieto non viene ufficialmente revocato, e ciò richiede i tempi burocratici necessari.
La scelta di Zaki di non accettare il volo di Stato offerto dal governo italiano ha suscitato varie polemiche. L'attivista preferisce invece prendere un volo di linea per Milano e non incontrare alcuna autorità al suo arrivo, per evitare qualsiasi coinvolgimento politico che possa compromettere la sua indipendenza come attivista. "La reputazione di un attivista si basa sull’indipendenza da qualsiasi governo" è la spiegazione data da Zaki stesso. L'ambasciatore italiano al Cairo, Michele Quaroni, aveva proposto diverse soluzioni, tra cui il volo di Stato e un viaggio accompagnato diplomaticamente, ma Zaki ha deciso di optare per il volo di linea. Un'altra spiegazione al rifiuto sembrerebbe essere legata al fatto che generalmente il volo di stato viene utilizzato per rimpatriare le persone rapite all'estero. Al contrario, Zaki desiderava trasmettere un messaggio completamente diverso, dimostrando così la sua piena riabilitazione da parte di Al Sisi.
La risposta di Tajani e Crosetto
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani sembrerebbe aver cercato di attenuare le polemiche, affermando: "A noi interessava liberare Zaki e abbiamo lavorato in questo senso. Poi come vorrà tornare in Italia, tornerà. Gli erano state offerte delle possibilità, non un obbligo. La scelta è sua". Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha persino scherzato sulla scelta, dichiarando che questa ha consentito di risparmiare denaro al governo.
Intanto, Zaki ha rinviato il volo di linea e ha annunciato che arriverà in Italia tra domenica e lunedì, atterrando a Milano prima di raggiungere Bologna.
La risposta di Maurizio Lupi
"La liberazione di Patrick Zaki è stata un successo della nostra diplomazia e dell’azione del governo. È stato fatto perché crediamo nella giustizia e nei diritti, lo avremmo fatto e lo faremmo per chiunque nella stessa situazione, e non certo per ottenerne 'pubblicità'. Al giovane Patrick, che abbracciamo con affetto, vorremmo, però, anche ricordare che dire 'grazie' a chi si è impegnato per lui, più o meno tutti in questo Paese, a cominciare dal governo di Giorgia Meloni, non è un atto politico, ne’ una scelta di campo, così come non lo è salire sul volo di stato e farsi fotografare con le autorità, ma solo umana riconoscenza e buona educazione. Se le opposizioni, infine, vogliono fare del rifiuto al volo di stato un vessillo ideologico facciano pure: come sempre a noi i fatti, a loro le chiacchiere". Lo afferma il leader di Noi moderati, Maurizio Lupi.