Medvedev: "Se armi nucleari in mano ai banditi, mondo intero sull'orlo dell'abisso". Depositi atomici di Voronezh e Saratov nelle aree degli scontri
L'ex presidente Medvedev mette in guardia le cancellerie di tutto il mondo sui pericoli connessi alla conquista di armi nucleari russe da parte della Wagner. Intanto aumenta la preoccupazione per i depositi di Voronezh e Saratov, nelle aree degli scontri
L’ex Presidente russo, e attuale vice presidente del Consiglio di Sicurezza, Dmitry Medvedev è intervenuto con un lungo discorso, poi riportato sui suoi canali telegram, riguardo a quanto sta succedendo in queste ore in Russia. Tra i vari temi trattati dal fedelissimo del presidente Putin, sta facendo molto discutere cancellerie ed intelligence di tutto il mondo il problema da lui sollevato attorno ad un’eventuale presa di controllo di armi nucleari da parte dei mercenari della Wagner.
Medvedev avverte sul pericolo di armi nucleari in mano alla Wagner
“Se le armi nucleari della federazione russa finissero nelle mani dei banditi – ha detto l’ex presidente – allora il mondo intero sarebbe sull’orlo dell’abisso”. Medvedev ha poi continuato: “Nella storia dell'umanità, non c'è mai stata una cosa del genere, che il più grande arsenale di armi nucleari fosse sotto il controllo di banditi. Una crisi del genere non sarà ovviamente limitata a un singolo Paese”.
Secondo stime mai ufficialmente confermate, ma genericamente accettate per vere, la Federazione disporrebbe nel suo arsenale di almeno 6 mila testate nucleari, più di qualsiasi altra nazione al mondo. È molto difficile credere che cadranno tutte nelle mani di Prigozhin, a meno che il colpo di stato non abbia successo (cosa di cui, per adesso, la maggior parte degli osservatori dubita), ma sarebbe sufficiente che i mercenari mettessero le mani anche solo su poche unità, per rappresentare la più grande minaccia globale della storia moderna.
Questa, infatti, sarebbe la prima volta nella storia umana in cui armi di distruzione di massa finiscano nella disponibilità di soggetti, per così dire, “privati”, organizzazioni non riconosciute dal consorzio internazionale come pari e per questo meno inclini a misurare le proprie azioni con la grammatica dei rapporti tra gli stati. Non a caso, cresce a vista d’occhio la lista dei commentatori internazionali che sottolineano, pur precisando di non essere filorussi, come armi nucleari nelle mani di Prigozhin sarebbero infinitamente più pericolose che nelle mani di Putin.
Medvedev si pronuncia duramente contro questa possibilità, affermando che le forze armate della Federazione non permetteranno la realizzazione di tale scenario, “a prescindere da ciò che piacerebbe a questi pazzi criminali (ndr. la compagnia Wagner)”.
Potrebbero essere a rischio i depositi di armi nucleari di Saratov e Voronezh
Nonostante le rassicurazioni dell’ex presidente, tuttavia, si farebbero più insistenti le preoccupazioni attorno a due impianti di stoccaggio di armi nucleari: il Saratov-63, nell’oblast di Saratov, ed il sito 375 C, nella regione di Voronezh. Sebbene non ci siano notizie ufficiali di tentativi di conquista dei due depositi, l’allerta è massima, perché entrambi si troverebbero in aree fortemente interessate dagli scontri, in particolare il secondo.
Proprio a Voronezh, infatti, nella mattina di oggi, sabato 24 giugno, una gigantesca esplosione aveva fatto pensare a problemi nella stazione di stoccaggio. Le fiamme che si vedevano alzarsi al cielo, nei video che in pochissimi minuti hanno fatto il giro del mondo, tuttavia, si sono scoperte scaturire da un deposito petrolifero colpito dai bombardamenti durante gli scontri tra mercenari e forze regolari.