Sottomarino Titan, marina militare Usa: "Si sapeva dell'implosione dal primo giorno". I dati del dispositivo top secret ignorati perché incerti

La marina militare Usa avrebbe captato l'implosione del sottomarino Titan già dal primo giorno, attraverso uno strumento top secret ancora in fase di sperimentazione. Lo rivela una talpa ai media americani

Secondo quanto riportato dal canale americano Fox News, la marina militare degli Stati Uniti avrebbe messo a disposizione della Guardia Costiera impegnata nelle ricerche del sottomarino Titan i dati raccolti da un nuovo strumento top secret. Il macchinario in questione sarebbe un sistema di captazione dei suoni ad altissima sensibilità, che avrebbe captato il rumore di un’implosione proprio nell’area in cui, appena pochi giorni dopo, sarebbero stati trovati i resti del sommergibile. L’implosione si sarebbe udita a meno di due ore dall’inizio dell’immersione, il primo giorno della scomparsa.

Talpa rivela che la marina Usa sapeva dell’implosione del Titan il giorno stesso della scomparsa

La marina militare Usa avrebbe captato quello che si sospetta essere il suono di un’implosione, poche ore dopo l’inizio dell’esplorazione del relitto del Titanic da parte dell’ormai tristemente celebre sottomarino Titan. Secondo quanto riportato da un ufficiale, rimasto anonimo, delle forze navali americane ai microfoni della rete Fox News, la marina avrebbe iniziato ad “ascoltare” il Titan immediatamente dopo la perdita dei contatti con la nave madre, la Polar Prince, circa un’ora e 45 minuti dopo l’inizio dell’immersione.

Secondo quanto riportato dalla talpa, sarebbe stato impiegato un sistema di cattura del suono top secret, un modello di ultima generazione e ancora in fase di sperimentazione. Lo strumento avrebbe, dopo poche ore, rivelato un suono riconducibile ad un’esplosione o un’implosione, proprio nell’area in cui i resti del Titan sono stati trovati.

Il Comando della marina avrebbe quindi passato le informazioni riservate alla Guardia Costiera, che non ha comunque interrotto le operazioni di ricerca, dal momento che la fase ancora sperimentale dello strumento potrebbe essere giustificazione di dati falsati. Sulla questione è intervenuto l’ex vice ammiraglio Robert Murrett, oggi professore presso la Maxwell School della Syracuse University: “Se questo report dovesse dimostrarsi accurato, i dati acustici raccolti sarebbero confermati da quanto scoperto oggi (ndr. il giorno del ritrovamento del relitto del Titan), ma non sarebbero tuttavia stati sufficienti a sospendere gli sforzi delle ricerche, al massimo a circoscrivere l’area da setacciare”.

A sostenere la versione che vuole la marina già consapevole dell’implosione, c’è, infatti, il ritrovamento di resti riconducibili al Titan, proprio nell’area indicata dal nuovo strumento top secret. Non solo, ma, sottolineano alcuni osservatori, il ritrovamento dei resti è avvenuto poche ore dopo la prevista fine dell’ossigeno, come se si sapesse già dove cercare.