Naufragio al Lago Maggiore degli 007, anche Netanyahu frequentava l'Isola dei Pescatori. I locali: "Arrivava in elicottero e non si fermava mai a dormire"
Nuova indiscrezione sul naufragio sul Lago Maggiore dei 21 agenti dei servizi segreti italiani e israeliani. Il ristorante Il Verbano, dove hanno pranzato, aveva spesso ospitato il premier israeliano Benjamin Netanyahu con uomini non identificati
Aumentano le indiscrezioni attorno al caso dell’imbarcazione affondata con 21 agenti segreti, italiani ed israeliani, il 28 maggio sul lago maggiore. A quanto pare, il ristorante in cui gli agenti, lo skipper Carminati e la moglie russa di lui, avevano pranzato nell’Isola dei Conigli, Il Verbano, era stato più volte frequentato dal premier israeliano Benjamin Netanyahu, che, a quanto si apprende si sarebbe recato qui a pranzo in diverse occasioni per parlare con individui non identificati.
Anche il premier israeliano Benjamin Netanyahu era stato al ristorante dove avevano pranzato gli agenti segreti naufragati sul lago Maggiore
Continua ad infittirsi il mistero attorno al naufragio della barca con a bordo 21 agenti dei servizi segreti, israeliani e italiani, avvenuto il 28 maggio al largo di Sesto Calende, sul lago Maggiore. A cogliere l’interesse di molti osservatori, infatti è una particolare coincidenza, riguardante il ristorante stellato Il Verbano, sull’Isola dei Pescatori, dove gli agenti hanno pranzato poche ore prima dell’affondamento dell’imbarcazione con la quale stavano tornando a riva.
La coincidenza in questione riguarda il premier israeliano Benjamin Netanyahu, negli anni più volte ospite del ristorante in questione. Una coincidenza non da poco, se si considera la distanza tra Tel Aviv e la piccola isoletta in cui vivono una cinquantina di persone, isoletta che si è trovata più volte ad ospitare non solo il premier di un Paese straniero, pare in visite non ufficiali, ma anche parecchi membri dell’intelligence di quello stesso Paese. Una coincidenza, ancora, così grande da iniziare a perdere i contorni della coincidenza.
Secondo i locali, il copione con cui Netanyahu raggiungeva l’isola era sempre lo stesso (non è però specificato il numero di volte in cui si è ripetuto): l’arrivo in elicottero, il pranzo riservato al Verbano con persone non identificate, la ripartenza in elicottero. Tutto in giornata.
Visite non ufficiali, le sue, ma comunque attese. Nelle ore e nei giorni precedenti all’arrivo del presidente, infatti, si riferisce di minuziose operazioni di bonifica dell’isola e delle acque circostanti, con l’impiego, tra gli altri, di reparti di sommozzatori impiegati nella ricerca di potenziali ordigni sui bassi fondali del lago nei pressi del bagnasciuga. Operazioni di questo tipo difficilmente possono essere organizzate su due piedi, e presuppongono una certa consapevolezza delle autorità italiane sugli spostamenti del leader israeliano, come è normale che sia per i viaggi di qualsiasi capo di governo all’estero. Quello che non è ancora stato chiarito, invece, è la consapevolezza di Roma nei confronti dei motivi di tali viaggi di Netanyahu, oltre che delle persone con le quali si incontrava.