Guerra in Ucraina, Macron: "Se controffensiva non porta risultati, valutare sostegno europeo a Kiev"

Il presidente francese Macron apre il dibattito sul sostegno europeo a Kiev, nel caso in cui la controffensiva deludesse. Oltre a questo, il Capo dell'Eliseo si dice contrario all'incriminazione di Putin

Hanno fatto scalpore le parole pronunciate da Macron nelle ultime ore, che certamente saranno fonte di grande dibattito in tutta Europa nei prossimi giorni. Il presidente francese, infatti, ha per la prima volta aperto alla possibilità di rivalutare la continuazione del futuro sostegno all’Ucraina, nel caso in cui la controffensiva di Kiev dovesse dimostrarsi deludente. Oltre a questo, ha affermato la contrarietà all’incriminazione di Putin, incriminazione che, di fatto, renderebbe impossibile l’inizio di negoziati di pace.

Macron parla del conflitto in Ucraina: “Se offensiva non porta a obiettivi militari, il futuro sostegno europeo dovrà essere valutato”

Durante un lungo colloquio con i giornalisti, il presidente francese Emmanuel Macron ha parlato di conflitto in Ucraina e di quelle che ritiene dovranno essere le posizioni europee nel prossimo futuro. In particolare ha destato molto scalpore la frase pronunciata dal capo dell’Eliseo riguardante le conseguenze della prevista, anche se in maniera sempre più vaga e con crescente incertezza riguardo ai tempi e modi di attuazione, controffensiva di Kiev. “Se l'offensiva ucraina non porta a obiettivi militari, il futuro sostegno europeo per Kiev dovrà essere valutato”, ha detto Macron. Parole che sono subito rimbalzate sui giornali di tutto il mondo. La posizione del francese è infatti una assoluta novità e, secondo diversi osservatori, potrebbe essere destinata ad aprire in Europa un dibattito fino ad oggi escluso dal consorzio delle opinioni pubbliche. Il dibattito su quanto, e con quale coinvolgimento, sostenere ancora il Paese.

Posizioni nuove, per lo meno da parte di un leader occidentale, sono state espresse anche riguardo al presidente Vladimir Putin, nei confronti del quale Macron si dice contrario all’incriminazione. Non per amicizia nei confronti del leader russo, è chiaro, ma per onesto pragmatismo politico. Secondo il leader francese, infatti, la persecuzione ad oltranza del capo del Cremlino, con il continuo sventolio della spada di Damocle del tribunale dell’Aja, rende di fatto impossibile anche solo l’inizio di qualsiasi negoziato di pace tra le parti in conflitto. “Se nel giro di qualche mese ci troviamo di fronte a una finestra per i negoziati – sono le parole di Macron - la questione sarà scegliere fra un processo e un negoziato, e dovrai negoziare con i leader che hai. Il negoziato è una priorità. Sceglieresti di dire voglio che tu finisca in carcere ma sei l'unica persona con cui posso negoziare”.