Default Usa, Biden e McCarthy trovano l'accordo: taglio spesa pubblica e rialzo tetto del debito. Incognita il voto del pacchetto alla Camera

Biden e McCarty trovano un accordo sul tema del debito americano, necessario a disinnescare il default Usa previsto per il 5 giugno. Il pacchetto legislativo dovrà ora essere votato alla Camera e al Senato

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e lo speaker della Camera Kevin McCarthy hanno raggiunto un accordo che dovrebbe disinnescare l’esplosione del default federale previsto per i primi di giugno. Secondo quanto riportato dai media americani, l’esponente repubblicano avrebbe infine accettato il rialzo del tetto massimo di debito (attualmente attorno ai 31 mila miliardi di dollari). Biden in cambio ha ceduto sul taglio della spesa federale, che dovrebbe entrare in vigore dal 2025 (dopo le elezioni di midterm). Attese ora le votazioni in Camera e Senato per l’approvazione del pacchetto legislativo.

Biden e McCarthy raggiungono un accordo sul debito

Gli Stati uniti sarebbero forse riusciti ad evitare il temuto default previsto all’inizio di giugno. Nella tarda serata di ieri, infatti, fonti della casa Bianca hanno fatto sapere che il Presidente Biden ha infine raggiunto un accordo con lo speaker della Camera, il repubblicano Kevin McCarthy, riguardo allo spinoso tema del debito federale, ormai alla soglia limite di oltre 31 mila miliardi di dollari. Secondo quanto riportato dai media americani, il presidente avrebbe ceduto alle pressioni del Great Old Party (GOP) tendenti al taglio della spesa pubblica. In cambio, il partito dell’opposizione ha accettato di innalzare il tetto del debito per due anni. Previsto quindi lo stesso ammontare di spesa federale, rispetto al 2023, per il prossimo anno, mentre si opereranno riduzioni nel 2025. Di fatto, quindi, è stato deciso di spostare il problema a dopo le temute elezioni di midterm, del 2024.

Restano comunque incertezze sull’approvazione del pacchetto legislativo

I dettagli dell’accordo non sono ancora stati resi pubblici, e non sono, in realtà, ancora stati definiti. Prevista tuttavia per il 31 maggio la votazione del pacchetto legislativo alla Camera. Se dovesse passare, dovrà poi essere approvato anche al Senato. Poche ore prima della data rossa segnata dal segretario del tesoro Janet Yellen, quella del 5 giugno, oltre la quale, se non si dovesse avere alcun accordo in vigore, lo stato federale diventerebbe, per la prima volta nella storia, inadempiente. Una possibilità che non è ancora stata del tutto esclusa, considerando quanto le (vaghe) informazioni pervenute riguardo all’accordo tra speaker e presidente lascino, per ora, scontenti molti senatori, su entrambe le sponde dello spettro politico, a causa delle concessioni nei confronti dell’altro campo che entrambi i fronti ritengono “troppo generose”. Occhi puntati, quindi, sulle votazioni di Camera e Senato dove, se il pacchetto non dovesse superare la prova delle urne, si aprirebbe una crisi di proporzioni mai viste per il governo federale.

Nel frattempo, tuttavia, i due principali soggetti coinvolti si mostrano tranquilli e sicuri dell’andata in porto degli accordi. “Abbiamo raggiunto un accordo di principio che è degno del popolo americano”, sono le parole di McCarthy al Congresso. Gli fa eco Biden, dalla Casa Bianca: “Questo accordo è una buona notizia per il popolo americano perché evita quello che avrebbe potuto essere un default catastrofico e portare a una recessione economica, devastando i conti pensionistici e la perdita di milioni di posti di lavoro”.