Meloni-Trudeau, il premier canadese al G7: "Preoccupati per i diritti Lgbt in Italia", la replica:"Tema non in agenda"

Il primo ministro canadese attacca meloni sui diritti Lgbt e la sinistra non perde occasione di salire sul carro di Trudeau

Faccia a faccia tra il primo ministro canadese Justin Trudeau e la Premier Giorgia Meloni, durante il bilaterale di ieri mattina a Hiroshima che ha preceduto i lavori del G7. Trudeau si è detto preoccupato per i diritti Lgbt in Italia.

L'incontro preliminare doveva riguardare altre tematiche e non certo quelle Lgbt che non erano in agenda, motivo per il quale Giorgia Meloni si è detta sorpresa. Nonostante ciò ha risposto ai dubbi del primo ministro canadese spiegandogli che il suo Governo sta semplicemente attuando quanto disposto dai tribunali e che nulla è cambiato rispetto ai precedenti esecutivi.

Infatti, nel nostro paese è vitata la registrazione dei figli di coppie dello stesso sesso. Ma questo divieto non lo ha imposto Meloni, esisteva già da prima e lo prevede la legge. Dunque, nessuna stangata del Governo sui diritti delle coppie omogenitoriali.

G7 Giappone, faccia a faccia tra Meloni e Trudeau sui diritti Lgbt, normative vigenti difese dalla Cassazione

Le normative in questione sono state anche confermate e difese dalla Corte di Cassazione che alla fine dello scorso anno, con una sentenza, ha vietato la registrazione all'anagrafe dei figli nati all'estero con utero in affitto, essendo la maternità surrogata una pratica illegale in Italia.

Per la Corte di Cassazione: "La pratica della gestazione per altri quali che siano le modalità della condotta e gli scopi perseguiti, offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane".

Il Ministro dell'Interno, a margine della sentenza, si è solo limitato a diffondere la circolare alle Prefetture affinché ne fossero edotti i sindaci, molti dei quali, provvedevano alle registrazioni dei figli di coppie omgenitoriali.

Nonostante dunque il Governo Meloni si sia semplicemente attenuto a quanto disposto dalla Cassazione, senza variare di una virgola le normative già esistenti e nonostante le preoccupazioni di Trudeau siano infondate, l'occasione è stata ghiotta per la sinistra che non ha perso tempo per attaccare il Governo.

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Il primo tra tutti è stato il deputato Alessandro Zan, firmatario dell'omonima legge, affossata dalla stessa sinistra: "Trudeau ha
espresso preoccupazione a Meloni per la situazione dei diritti Lgbtqia+ in Italia. Meloni farebbe bene a ricordare che al G7 non c’è Orban, non c’è Duda, ci sono i leader del mondo occidentale dove i diritti sono patrimonio comune. Quella fuori posto è solo lei».

Segue l'immancabile commento di Laura Boldrini che parla di "Governo oscurantista che non riconosce i diritti e danneggia l'immagine dell'italia nel mondo".

Indignazione anche di Riccardo Magi, segretario di +Europa: "Da italiano e da europeo sono sinceramente imbarazzato perché rispetto al Canada e a un premier liberale, quale è Justin Trudeau, che nel corso della sua amministrazione ha legalizzato la cannabis, l'Italia è il buco nero d'Europa sui diritti. Imbarazzato per le persone LGBTI+ che vivono in Italia e per  l'isolamento internazionale a cui il governo Meloni sta relegando il nostro Paese".