Sanzioni contro la Russia, 11esimo pacchetto da parte dell'Ue. Un disastro, per Bruxelles

La UE è stremata, in fase di regresso. La Russia, per parte sua, all'undicesimo pacchetto di sanzioni subite, sembra fresca come una rosa

Siamo all'undicesimo pacchetto di sanzioni della UE contro la Russia. Se le sanzioni funzionassero, la Russia dovrebbe ora essere in ginocchio, esangue e senza più forze. Come peraltro ci garantivano sarebbe dovuto accadere nel giro di due o tre mesi (ricordate le parole di Letta?). E la UE, per parte sua, dovrebbe essere pronta a festeggiare baldanzosa e ringalluzzita la vittoria sul temuto nemico. E invece le cose stanno ben diversamente. Direi in maniera opposta. La UE è stremata, in fase di regresso, con i suoi cittadini che versano in condizioni sempre peggiori: perché i "sacrifici" della guerra e delle sanzioni ricadono ovviamente sui cittadini, non certo su chi ai piani alti si ostina - senza tenere conto della volontà dei cittadini - a seguire le folli ragioni della guerra e delle sanzioni. La Russia, per parte sua, all'undicesimo pacchetto di sanzioni subite, sembra fresca come una rosa, se addirittura il "Corriere della sera" si perita di spiegare che quest'anno essa è destinata a crescere più della Germania e dell'Inghilterra. Insomma, come volevasi dimostrare. Le sanzioni che la UE si ostina stoltamente a fare contro la Russia sono come un boomerang, che torna a tutta velocità sulla testa di chi l'ha scagliato. Il primo caso della storia umana di sanzioni che danneggiano il sanzionante e non il sanzionato! E, non di meno, la UE persiste in questa politica folle. E perché lo fa? Perché a comandarlo è Washington, di cui la UE è una colonia.

Di Diego Fusaro.