Guerra in Ucraina, think tank americano avverte: "Russia ha perso molti mezzi, ma ha i magazzini pieni"
Il CSIS ha pubblicato oggi un report sullo stato dell'esercito russo dopo un anno di guerra in Ucraina. Secondo il think tank, Mosca avrebbe perso 10mila mezzi, ma ha ancora i magazzini sovietici pieni
Il Centro per gli Studi Strategici e Internazionali, con sede a Washington, ha pubblicato oggi un documento sullo stato delle forze armate russe. Secondo il report, nonostante le ingenti perdite e la difficoltà causata dalle sanzioni a reperire pezzi di ricambio, Mosca può ancora contare su un immenso arsenale che potrebbe permetterle di protrarre la guerra ancora molto a lungo.
La guerra in Ucraina sta mettendo alla prova le scorte russe, che restano però immense
Secondo un recente report, nonostante le perdite sul campo e le draconiane sanzioni occidentali, Mosca sarebbe ancora in grado di estendere a lungo il conflitto in Ucraina. A rivelarlo è un documento del Centro per gli Studi Strategici e Internazionali (CSIS), think tank americano con sede a Washington. Secondo gli analisti del CSIS, dall’inizio del conflitto la Russia avrebbe perso, tra distrutti e danneggiati, almeno 10000 veicoli, tra i quali carri armati, camion, pezzi d’artiglieria e droni. Il documento però sottolinea come Mosca abbia grandi riserve di epoca sovietica in grado di compensare con la quantità la perdita dei materiali, qualitativamente superiori, più recenti.
“Stimiamo – continua il CSIS – che Mosca abbia perso dai 1845 ai 3511 carri dall’inizio del conflitto”. Viene sottolineata in particolare la decimazione dei T-72B3, punta di diamante delle forze corazzate russe, che, secondo il sito di intelligence open source olandese Oryx, sarebbero circa 500 in meno dall’inizio delle ostilità. Il report continua, poi, evidenziando come sul campo di battaglia si incontrino sempre più spesso carri T-55, entrati per la prima volta in servizio nel 1948. Sempre secondo il report americano, la Russia non riuscirebbe a sostenere un ritmo di costruzione di nuovi mezzi pari a quello di disuso, per il quale si parla di circa 150 carri messi fuori combattimento ogni mese.
CSIS: "Mosca potrebbe rifornirsi di vecchie tecnologie fino alla fine degli aiuti occidentali"
Il documento del CSIS, tuttavia, riporta anche come la carenza di mezzi di ultima generazione, e la difficoltà causata dalle sanzione ad ottenere pezzi di ricambio per quelli danneggiati, non stia al momento incidendo sulle capacità di Mosca di protrarre il conflitto. Resta infatti fuori discussione l’enorme superiorità numerica delle scorte di mezzi russi rispetto a quelle ucraine. “È una stima affidabile – recita il report – quella che, alla data del febbraio 2023, considera gli aerei a disposizione del Cremlino dalle 13 alle 15 volte superiori a quelli di Kiev. La Russia ha anche dalle 7 alle 8 volte più carri armati e 4 volte più veicoli da combattimento leggeri, mentre la sua flotta supera di 12-16 volte quella ucraina”.
Il vantaggio numerico, conclude il CSIS, potrebbe permettere a Mosca di condurre una guerra d’attrito per tutto l’anno successivo. “Questo è il punto cruciale nel secondo anno di guerra: l’apparato militare russo potrà contare sulla propria massa e continuare a rifornirsi con vecchie tecnologie per quanto riterrà necessario a superare la durata delle consegne occidentali di armi e sistemi di lancio”.