Dalai Lama bacia un bambino: "Succhiami la lingua", un gesto inqualificabile. Nessuna condanna radicale?
Niente condanna radicale perché il Dalai Lama rappresenta per l'occidente americanocentrico un punto di riferimento fondamentale in funzione anticinese
Ha fatto molto discutere, naturalmente, la scena del Dalai Lama che senza pudore bacia un bambino e gli rivolge altresì una oscena richiesta, quella di "succhiargli la lingua". L'indignazione incontenibile ha fatto il giro del mondo, come usa dire. E tuttavia non è stata sufficientemente reso oggetto di condanna mediatica, soprattutto per una ragione, che non deve assolutamente sfuggire ed essere fatta passare sotto silenzio: il Dalai Lama rappresenta per l'occidente americanocentrico un punto di riferimento fondamentale in funzione anticinese. A tal punto che il filosofo Costanzo Preve, con una battuta, lo definiva come un apparente maestro spirituale e un reale agente di Washington sotto copertura. Proprio per questa sua funzione saldamente anticinese e filooccidentale, il Dalai Lama non è stato sufficientemente criticato per lo scenario gesto che stiamo discutendo: osceno gesto che a chiunque altro sarebbe costato un vero e proprio linciaggio mediatico permanente. E che invece, nel caso del Dalai Lama, viene risolto bonariamente con qualche articolo di sobrio sconcerto, che mai trapassa nella condanna e nella sferzante requisitoria, come pure sarebbe opportuno accadesse.
di Diego Fusaro