Minsk, condanna a 10 anni per Ales Bialiatski, Nobel per la Pace che sostiene i prigionieri politici
Le accuse contro di lui sono di evasione fiscale e finanziamento di proteste. Per l'opposizione è una "vergognosa ingiustizia"
In Bielorussia l'attivista per la democrazia Ales Bialiatski è stato condannato a 10 anni di carcere. Nel 2022 era stato insignito del Premio Nobel per la Pace.
Bialiatski, condanna a 10 anni
Ales Bialiatski ha ricevuto oggi la sentenza dopo essere stato incarcerato a luglio 2021: 10 anni. Insieme a lui sono stati condannati anche Valentin Stefanovich, 9 anni di carcere, Dmitry Solovyov, 8 anni, e Vladimir Labkovich, 7 anni. Il co-fondatore di Viasna, organizzazione non governativa per i diritti umani, e gli altri attivisti sono colpevoli, secondo i tribunali di Minsk, di contrabbando "di almeno 201.000 euro e 54.000 dollari" e di finanziamento di "attività che violano gravemente l'ordine pubblico".
Uno degli scopi del suo centro è quello di fornire assistenza finanziaria e legale ai prigionieri politici nel paese e alle loro famiglie, attività che non può essere ben vista agli occhi di Alexander Lukashenko. Lukashenko, definito "l'ultimo dittatore e tiranno in Europa", è in carica dal 1994.
Svetlana Tikhanovskaya, la leader dell’opposizione, si accoda agli attivisti di Viasna a definire i 4 condannati delle "vittime di persecuzioni politicamente motivate". Su Twitter scrive: "Dobbiamo fare di tutto per combattere questa vergognosa ingiustizia e liberarli".
Secondo la "Federazione internazionale per i diritti umani", il 14 febbraio 2011, Bialiatski venne convocato nell'ufficio del pubblico ministero e fu avvertito che, dato che Viasna era un'organizzazione non registrata e se il gruppo avesse continuato la sua attività, il governo avrebbe dato inizio ad un procedimento penale nei suoi confronti.
Bialiatski è il vincitore del Premio Nobel per la Pace 2022 assieme all’organizzazione ucraina per i diritti umani Center for Civil Liberties e a quella russa Memorial. Quest'ultima rappresenta la più importante organizzazione di denuncia dei crimini del regime sovietico, svolgendo una funzione fondamentale sia sul piano della ricerca storica.