Francia, social vietati fino ai 15 anni: la proposta di legge. Età media di iscrizione? 8 anni e mezzo
Il progetto nasce da un appello del deputato centrista Laurent Marcangeli, militante nel gruppo "Horizons". La soglia minima per l'iscrizione ai social network si ispira al concetto Ue di "consenso digitale"
In Francia, niente social fino ai 15 anni: questo il succo della proposta di legge presentata ieri, 2 marzo, all'attenzione dell'Assemblée Nationale. Lo scopo? Sensibilizzare bambini e genitori sull'uso delle piattaforme digitali.
Francia, social vietati ai minori di 15 anni: la proposta di legge
L'idea nasce dall'iniziativa del deputato Laurent Marcangeli, militante nelle fila del gruppo centrista Horizons, e rientra in un più ampio progetto di campagna istituzionale contro i fenomeni "d'odio in rete", come si legge nel rapporto della "Commissione per gli affari culturali e l'istruzione".
Tiktok, Instagram, Facebook, Twitter: nessuno escluso. Dove non possono arrivare i genitori, questa la fede di Marcangeli, deve farlo lo Stato. E l'Unione Europea si è già mossa in questa direzione: è stato infatti istituito il concetto di "consenso digitale", che fissa l'età minima per l'iscrizione e l'utilizzo dei social nell'intervallo compreso tra i 13 e i 16 anni. Questo, però, solo sulla carta, perché la situazione contingente di ogni Paese è peculiare.
Francia, l'età media di iscrizione ai social è di 8 anni e mezzo
In Francia, per esempio, secondo le più recenti rilevazioni fornite dalla Commissione nazionale per l'informatica e le libertà (Cnil), l'età media di prima registrazione alle piattaforme online è di otto anni e mezzo, vale a dire a cavallo tra la seconda e la terza elementare. In merito alle quantità, invece, più della metà dei ragazzi tra i 10 e i 14 anni sono iscritti ad almeno un social. Come se non bastasse, poi, le norme di queste piattaforme sono facilmente aggirabili, e spesso i genitori tendono a sottovalutare i rischi che un utilizzo sistematico e prolungato possa comportare per i figli.
Proprio per questo, la proposta di legge insiste sull'implementazione di nuove strategie di supervisione sulla vita digitale dei minori, battendo lo sprono tanto sulle responsabilità dei genitori, quanto sulle politiche di registrazione delle piattaforme. Oltre, dunque, a più rigorose verifiche dei dati anagrafici degli iscritti, viene suggerita la necessità di introdurre periodiche autorizzazioni formali da parte di madri e padri, che anche il social sarà poi chiamato a confermare.
Clicca sull'immagine per leggere il testo della proposta di legge.