Russia-Ucraina, i poteri forti e il modo in cui installano cambi di regime per neutralizzare le identità

Uno studio storico, sociale e linguistico sulle motivazioni delle differenze di mentalità, che meglio ci aiutano a spiegare l’incomprensibilità che abbiamo con gli slavi dell’Europa dell’Est, conoscenze necessarie per meglio comprendere il conflitto Russo Ucraino

La teoria di questa tesi é basata principalmente sulle maniere nelle quali le differenti lingue, nello specifico la semantica, contribuiscano nello spingere i popoli a sviluppare visioni e comprensioni differenti sulla natura dello stato e della vita stessa, e la maniera nella quale i poteri forti, con in mano le redini dell’Occidente, tentino, che sia tramite la sottomissione pacifica finanziaria nel nome del dollaro capitalista, o le bombe democratiche, di installare dei veri e propri cambi di regime, con lo scopo di globalizzare e neutralizzare le differenze d’identità delle culture nel mondo, in modo tale che possano tutte integrarsi nell’odierna società universalista plutocratica, dominata dalle corporazioni oligarchiche, dove gli stati hanno oramai un valore puramente simbolico, o meglio di maschera, e che presto, forse, non esisteranno più, come anche i confini.

Come ben sappiamo, l’Europa fu un tempo unita in un singolo stato globalizzato battezzato col nome Impero Romano, il quale però, sotto la corona dell’Imperatore Diocleziano, per evitare dispute belliche tra i due eredi, nell’anno 285 di Cristo nostro Signore, si divise in due parti, ovvero l’Impero Romano d’Occidente e quello d’Oriente, poi ribattezzato Impero Bizzantino.

Con la spartizione del potere tuttavia, il vecchio continente venne diviso in quelle che diventeranno principalmente due culture egemoniche diverse, quella Latina ad occidente e quella Greca ad oriente; differenze che con il tempo e col crollo dello stato a occidente, porteranno queste culture ed identità ad allontanarsi sempre di più ed evolversi in maniera sempre più differente, fino allo scisma religioso e la segregazione e belligeranza tra le parti.

Tuttavia, tutt’ora sono presenti similarità nelle lingue di provenienza d’Europa orientale con quelle dell’Europa occidentale, che ci fa risalire all’unione che un tempo c’era con questi popoli. Ad esempio, le parole Kaiser e Tsar, entrambe provenienti dalla parola Cesare, Imperatore di Roma, in quanto sia il Kaiser del Sacro Romano Impero che lo Tsar di tutte le Russie si consideravano eredi del titolo d’Imperatore di Roma.

La radice di tutti questi conflitti può essere individuata nel momento in cui il potere spirituale si é distinto e separato da quello temporale; un lungo processo iniziato alla fine del secolo V, quando Papa Gelasio scrisse all’Imperatore Anastasio di Costantinopoli che egli avrebbe dovuto cominciare ad obbedire a lui e che si sarebbe dovuto occupare solo di materie terrene.

Il Vaticano tuttavia, comprese che senza terra e senza esercito, il Vicario della Chiesa di Roma non avrebbe mai potuto avere indipendenza dalle influenze degli Imperatori, e dunque forgiarono, come ne diede prova Lorenzo Valla, la Donatio Costantini, ovvero un documento di presunta origine Imperiale, il quale dava permesso a Papa Silvestro di ottenere potere temporale.

Ciò permise poi al Papa Leone III, il quale non riconobbe Irene d’Atene come Imperatrice dei Romani, in quanto donna, di nominare Imperatore del trono vacante Carlo Magno, dando la nascita al Sacro Romano Impero. Questi atti lentamente portarono a raggiungere il punto di ebollizzione dell’antagonismo con lo scisma tra la Chiesa Latino Cattolica di Roma, e la Chiesa Cattolica Ortodossa di Costantinopoli, generando una disputa che plasmerà per sempre il futuro d’Europa e generando conflitti che tutt’ora viviamo dopo un millennio, segregando definitivamente le culture occidentali da quelle orientali, un tempo unite.
Nel momento in cui Bisanzio cadde nel 1453, il Principato della Moscovia si ritenne automaticamente divenuta la Terza Roma, in quanto Ivan III, Principe di Mosca e Gran Principe di tutte le Russie, si sposò Sofia Paleologo, la sorella più anziana di Andrea, pretendente al titolo di Imperatore di Costantinopoli, il quale però, morendo senza figli, automaticamente rese erede Sofia; e secondo la nobiltà Bizzantina, i titoli possono essere ereditati dalla madre, e dunque, suo nipote Ivan IV si nominò Tsar, ovvero Imperatore, di tutte le Russie, delle quali la capitale Mosca venne chiamata Terza Roma, dopo la seconda, ovvero Costantinopoli.
Ora vediamo come sia l’occidente, che l’oriente, si considirino eredi unici dell’Impero romano, e come entrambi tentino di prevalere sull’altro. Tuttavia ciò non sarà possibile finché le loro culture ed identità non verranno neutralizzate, in quanto incompatibili.
Ma come mai sono così diverse se un tempo eravamo uniti?
Ebbene, una piccola ma importante parte sta nella semantica delle loro lingue, che influenza il modo in cui questi popoli vedono la natura dello stato e della vita.
Il termine con cui la maggiorparte delle lingue occidentali definiscono la natura dello stato, deriva dalla parola governo; ma da dove deriva questa parola?
Deriva dal verbo latino Guberno, che viene dall’antico Greco Kubernao, termine a sua volta preso dalla parola Sanscrita Kabarna, che significa timone, ovvero ciò che controlla la direzione di un’imbarcazione.
Ciò può essere immaginato come una metafora, ovvero la barca, che rappresenta la nazione con a bordo il popolo, con un comandante che la governa, colui che é responasbile non solo per il destino della nazione e del popolo, ma anche di se stesso, in quanto sono tutti sulla stessa barca.
In tale modo possiamo comprendere come gli occidentali comprendano lo stato come una entità che deve prendersi responasbilità e cura del popolo, correndo i suoi stessi rischi, e che, essendo sulla stessa barca, hanno tutti le stesse origini umane.
La maggiorparte delle lingue dell’est Europa, invece, tra cui anche il Russo, derivono dallo Slavo Ecclesiastico antico, che usa il termine Gosudarstvo per definire ciò che noi chiameremmo
governo.
Ebbene, da cosa deriva gosudarstvo? Deriva da Gosudar, leader assoluto autocrate, che a sua volta deriva da Gospod, che significa Dio, Creatore Supremo e Ré dell’Universo.
Questo é a causa del fatto che i leader orientali vedevano se stessi come la rappresentazione di Dio sulla terra, tantovero che gli Imperatori Bizzantini erano detentori del potere spirituale e mediatori tra uomo e Dio, e dunque esseri superiori all’uomo.
Tanto vero che lo Tsar Ivan IV disse che tutti i leader Russi sono Autocrati e che nessuno ha il diritto di criticarli in quanto il monarca può esercitare il suo volere sugli schiavi che Dio gli ha dato, i quali, se non gli obbediranno non solo commetteranno un atto criminale, ma danneranno le loro anime in quanto commetteranno peccato, siccome Dio stesso ordina a loro di obbedire ciecamente allo Tsar.
Per questo motivo sarebbe stato impensabile per la maggiorparte degli Europei orientali pensare di prendere parte nella politica di stato, e ancor peggio tentare di togliere il potere dallo Tsar, sopratutto da un punto di vista religioso.
Forse é proprio pensando a questo che Lenin (il quale era di sangue Mongolo ed Ebreo, non Russo) scrisse che finché esisterà lo stato non ci sarà mai libertà e quando ci sarà libertà non ci sarà mai lo stato.
Possiamo teorizzare su come queste differenze semantiche abbiano causato tali cambiamenti nella mentalità di questi popoli slavi dell’est che quasi spiega come mai siano più facilemente stati comandati da dittatori nel passato e nel presente. Ne hanno bisogno perché per loro la natura dello stato e dunque della società é servire il loro leader non solo per il bene del paese ma anche per il bene di Dio, in quanto da soli non hanno alcun destino né futuro.
Potrebbe anche essere dovuto a ciò il fatto che gli atei Russi sono storicamente più esposti allo sviluppo della Toska, ovvero un sentimento che secondo i linguisti non può essere tradotto in alcuna lingua, ma che in termini generali é un miscuglio tra tristezza, melanconia, depressione, rabbia, dolore, odio, nostalgia, e disinteresse. L’etimologia di questo termine deriva da toskat, ovvero trascinare, in quanto questo é un popolo che trascina con se’ un pesantissimo e dolorosissimo bagaglio storico culturale... basti pensare ai secoli di schiavitù e sottomissione ai Mongoli e Tartari che massacrarono 40milioni di vite, oppure allo sforzo del popolo Russo nella seconda guerra mondiale che costò loro 27 milioni di vite. Sin dalla loro nascita, con la Rus di Kiev, il popolo Russo ha sempre vissuto nella dittatura di un Gosudar.

E nel momento in cui si toglie a questo popolo il senso di una presenza divina, di una ideologia e di un grande leader autocrate, perdono dunque anche la loro ragion di vita, e dunque venne scambiato Dio col Comunismo dopo le rappresaglie ateiste della rivoluzione d’Ottobre. Ma con la caduta dell’Impero Sovietico, non avendo più figure divine ne’ ideali, i Russi rimasero un popolo con un grande vuoto nell’anima, che portò allo sviluppo di una grande Toska negli anni novanta e ad un grande incremento dei suicidi. Persa la figura divina, ideologica, e di leadership, cadde per loro il concetto di società e dunque la Russia divenne un’anarchia negli anni novanta, dove solo la violenza e l’assenza di pietà permetteva di sopravvivere in quella società povera caratterizzata dalle oligarchie mafiose ai livelli alti e bande di quartiere ai livelli bassi.

Per questo se noi dovessimo forzare la Russia a ripetere i referendum del 2022, l’autocrate perderebbe immediatamente tutto il suo carisma, il popolo smetterebbe di vederlo come un essere superiore all’uomo in quanto si permette di essere influenzato da leader stranieri. Viene messo in dubbio il suo potere e la sua forza, viene considerato debole, vengono riconosciuti come falsi, reversibili e ripetibili i suoi referendum e le sue decisioni o comunque non con risultato e conseguenze permanenti, e dunque rende possibile la contestazione di altre direzioni prese dallo stato, ovvero il Leader. Altre regioni russe potrebbero ridesiderare l’indipendenza, si ricreerebbe un crollo e una dissoluzione dello stato, con guerre come quelle della Cecenia e del Daghestan che hanno causato centinaia di migliaia di morti, e Putin non lo permetterebbe mai in quanto il fine ultimo del suo partito Russia Unita, come dice il nome, sta nel riformare la Grande Madre Russia ed evitare altre dissoluzioni. Tutti in Russia temerebbero un ritorno agli anni novanta. sarebbe il chaos più totale. il vero rischio di terza guerra mondiale sarebbe proprio quello in cui lo stato Russo stesso dovesse decidere di annullare e ripetere i referendum in quanto l’unico strumento che sarà possibile utilizzare per rimettere ordine al chaos che verrà potenzialmente creato é il ‘rally round the flag effect’, ovvero il fenomeno nel quale con una guerra tutto il popolo si riunisce sotto al proprio leader e paese per il bene comune, e dunque l’opzione di scatenare un conflitto a larga scala potrebbe divenire un elemento che questo stato ipotetico potrebbe dover utilizzare per autoproteggersi dalla dissoluzione.
Il rally round the flag effect fu lo stesso fenomeno per il quale i cittadini sovietici, sotto il dittatore Giorgiano Stalin che detestavano si unirono con lui per la prima volta con lo scoppio della seconda guerra mondiale per proteggere lo stato dall’invasore.
O come quando l’occidente ha imposto sanzioni alla Russia durante la loro operazione militare speciale, sanzioni che affliggono principalmente i cittadini comuni, nella speranza che questi ultimi si ribellino contro il loro leader, per forzarlo di cambiare linea politica oppure per effettuare un cambio di regime, ma come abbiamo visto benissimo, il popolo russo sentendosi attaccato dall’occidente si é solo avvicinato ancora di più al proprio leader per difenderlo. Durante i miei ultimi viaggi nella Federazione Russa, dopo lo scoppio del conflitto attuale, quasi tutti gli automezzi civili erano stati decorati dai proprietari con una grande lettera Zeta per esprimere la loro vicinanza allo stato e ai combattenti.
Un tempo cio che si sarebbe potuto fare per ottenere la pace sarebbe stato applicare i protocolli di minsk, i quali avrebbero provveduto a dare autonomia alle regioni russofone e russofili all’interno dell’ucraina, per altro come fa l’Italia con Bolzano. Tuttavia il presidente Ucraino dichiarò che non seguirà questi accordi (e che dunque continuerà a bombardare le Repubbliche Popolari del Donetsk e del Lughansk) e che anzi avrebbe provveduto a eseguire azioni belliche per riconquistare la Crimea.

Ora che la Russia ha investito decina di migliaia di vite dei propri soldati, miliardi in armamenti, integrato regioni russofone all’interno del paese, donando passaporti a milioni di persone, la Russia non si accontenterà più che queste regioni ottengano solamente l’autonomia nel contesto Ucraino, oramai é tardi, e perché si possa fare la pace, l’unico modo é quello di far fare compromessi all’Ucraina, ovvero concedere definitivamente alla Russia i territori Russofoni, eliminare la Russofobia, e rendere ciò che rimarrà dello stato Ucraino una zona neutrale, che non appartenga ne’ alla Russia ne’ alla NATO, ma che faccia da ponte tra l’occidente e l’oriente, per donarle uno status di grande prestigio e importanza internazionale, in maniera simile all’Austria nella guerra fredda.
Dunuqe popolo Italiano, dimostra come per te, la vergogna delle catene e della sottomissione verso il nostro egemone é peggiore delle sofferenze e depredazioni che verranno portate con la nostra lotta social rivoluzionaria di liberazione dall’unipolarità universalista social-finanziaria Americana. Italiani, siate fieri della vostra storia gloriosa, alzando la vostra testa. Dimostrate al mondo chi siete, imparate a riconoscere i veri tiranni e smettetela di combattere al posto loro le loro guerre, contro i nostri interessi. Dovremmmo piuttosto diventare il nuovo faro di un mondo multipolare, caratterizzato dall eurasiatismo.

Viva Cristo Re!

di Pietro Stramezzi