Meloni in pellegrinaggio dal guitto Zelensky. Prevale l'atlantismo imperialistico al quale ha aderito

Scene patetiche naturalmente, delle quali come italiani dovremmo profondamente vergognarci. Specie se hanno per protagonista chi fino a pochi mesi addietro faceva della parola patria e della parola sovranità il proprio motto

Ebbene sì Giorgia Meloni è andata in pellegrinaggio dal guitto Zelensky, attore Nato, prodotto in vitro a Washington se non a Hollywood. È andata in pellegrinaggio per confermare la piena fedeltà dell'Italia alla linea che il guitto sta conducendo spietatamente per incarico direttamente ricevuto dalla civiltà neoleviatanica del dollaro. Baci abbracci e conferma dell'impegno dell'Italia, con anzi una possibilità di potenziare quell'impegno anche se non si è chiarito esattamente come e anzi è stata per ora scartata la possibilità dell'invio di caccia italiani. Scene patetiche naturalmente, delle quali come italiani dovremmo profondamente vergognarci. Specie se hanno per protagonista chi fino a pochi mesi addietro faceva della parola patria e della parola sovranità il proprio motto, per non parlare poi della parola popolo. Tutto dimenticato, tutto sospeso a favore dei superiori interessi del globalismo neoliberista a trazione atlantista. Il patriottismo in questione era un patriottismo di cartone, il sovranismo celebrato era un sovranismo di cartapesta. Alla fine, Giorgia Meloni si è rivelata più realista del re e ha manifestato un atlantismo e un europeismo di rarissima intensità. Tra l'altro, dopo che nei giorni scorsi ha svelato quanto è costato a ogni italiano il superbonus, adesso percorrenza dovrebbe svelare quanto è costato finora ogni italiano l'invio scellerato di armi all'Ucraina. Cosa che ovviamente si guarderanno bene dal fare, tanto più che gli italiani sono contrarissimi nella massima parte a questa sciagurata guerra voluta da Washington e dal suo imperialismo.

di Diego Fusaro