Sanzioni alla Russia, l'Ue continua con la sua linea demenziale: arriva il decimo pacchetto
Vi è del metodo in questa follia. Ecco quale è
Leggo che l'Unione Europea si accinge a varare il decimo pacchetto di sanzioni contro la Russia di Putin. Eppure non è un mistero che la Russia, lungi dall'essere stremata dall'opera sanzionatoria di Bruxelles, sia pienamente in forze e anzi continui a crescere inarrestabilmente, con sommo dispiacere di Bruxelles e di Washington congiuntamente. Per parte sua, l'Unione Europea si trova letteralmente in ginocchio, stremata e ridotta in pessime condizioni: la popolazione sempre più povera, le risorse sempre più scarse, le difficoltà sotto ogni profilo che si manifestano ormai incontenibilmente. Dunque, data la situazione, al decimo pacchetto di sanzioni dovrebbe pur sorgere qualche ragionevole dubbio sulla efficacia effettiva di siffatta pratica sanzionatoria. Ha davvero senso fare sanzioni che danneggiano il sanzionante e non in sanzionato? Questa è la domanda che vogliamo per l'ennesima volta sollevare, ben sapendo che non arriverà alcuna risposta: anche perché la risposta in fondo è una sola ed è letteralmente indicibile; l'Unione Europea continua a fare contro il proprio interesse, sanzioni alla Russia di Putin semplicemente perché è costretta a farlo da Washington, che comanda a distanza non solo il guitto Zelensky, attore Nato, ma anche l'Unione Europea stessa in quanto propria colonia. E queste sanzioni, inutile negarlo, Washington le vuole anche e forse soprattutto per colpire l'Europa, per punirla per aver guardato in passato con simpatia alla Cina e alla Russia e soprattutto per renderla sempre più debole e più dipendente da Washington stessa. Come più volte ho detto, non sappiamo chi vincerà questa guerra. Sappiamo però chi già la ha persa: l'Unione Europea.
di Diego Fusaro