Ucraina, 115mila libri russi distrutti per ricavare aiuti militari: Dostoevsky e Tolstoy barattati per un'auto

Ex insegnante ucraina di letteratura russa: "Provo disgusto per gli autori che hanno prodotto quel popolo che ci sta aggredendo"

La guerra non risparmia nemmeno la cultura: in Ucraina si mandano i libri russi al macero così che, riciclandoli, si ottengano dei soldi da investire nella guerra. Gli ucraini ora provano "disgusto" di fronte ai libri che hanno sempre amato. 

Ucraina, libri russi distrutti al macero 

In Ucraina le persone si sbarazzano dei loro libri scritti in russo o da autori russi. La cultura finisce al macero perché provano "disgusto" verso "gli autori che pure ho amato molto" perché "hanno prodotto quel popolo che ci sta aggredendo". Queste sono le parole di una ex stata insegnante di letteratura russa a Mosca, poi trasferitasi in Ucraina all’indipendenza. 

"Qui c’è il figlio di Tolstoy, che è stato anche deputato alla Duma di Mosca, questa è un’edizione economica dell’Idiota di Dostoevsky. Lo faccio per non averli più sotto gli occhi, per imparare a pensare in ucraino, per tagliare ogni legame con gli assassini. Adesso non posso proprio immaginare di riuscire a leggerli. Magari alla fine della guerra, magari quando questa follia sarà finita", ha aggiunto. Le testimonianza sono raccolte da Andrea Nicastro per il Corriere della Sera. 

Chiede a Iryna Dziula e Nadya Kibenko, responsabili rispettivamente della libreria "Lo Splendore dei Libri" di Kiev e del dipartimenti librerie comunali del municipio di Kiev, il perché di questa iniziativa. "Questa era la sede dell’Unione del Lavoratori ucraini della Letteratura dell’Urss, ora è più modestamente una delle librerie del Comune di Kiev. Già prima della guerra vendevamo solo volumi ucraini e quando a maggio abbiamo riaperto dopo la fine dell’attacco russo sulla capitale, abbiamo anche avviato un “club ucraino” per insegnare ai russofoni a parlare la lingua del Paese che li ha difesi", spiegano.

Ucraina, libri russi riciclati per aiuti militari

"Tanti, tantissimi volevano lasciarsi alle spalle il russo, smettere di parlare la lingua di chi ha ucciso i loro figli, nipoti, mariti e sono venuti a lezione. Ma non è bastato. Soprattutto le persone sopra i 50 anni che a scuola avevano studiato solo in russo ci dicevano di non voler più aver a che fare non solo con la lingua, ma anche con la letteratura russa. Siccome però erano stati educati al rispetto sacrale dei libri non sapevano come fare", dicono. 

L'idea, allora, è stata quella di riciclarli, così da poter anche ricavare del denaro per sostenere l'esercito. "Portateli da noi, aiuteremo il Paese a difendersi. L’iniziativa è – spiega Nadya – è dilagata. Da luglio a novembre 3mila persone ci hanno portato 115mila volumi per 72 tonnellate di carta. Con il ricavato abbiamo acquistato un’auto militare e l’abbiamo già consegnata al fronte di Kherson".

Raccontano che, solitamente, si buttano le biografie degli eroi del comunismo, manuali del perfetto pioniere, rassegne di poeti al servizio dei lavoratori e così via.