Iran, scarcerato il regista Jafar Panahi: aveva iniziato lo sciopero della fame e della sete
Da più di sette mesi era detenuto nel carcere di Evin per “propaganda contro il sistema”, poi lo sciopero. Aveva scritto alla moglie: “rimarrò in questo stato fino a quando, forse, il mio corpo senza vita non sarà rilasciato dalla prigione”
Jafar Panahi è libero. Il regista, Premio Speciale della Giuria all’ultima edizione della Mostra del Cinema di Venezia con “Gli orsi non esistono”, è stato scarcerato su cauzione dopo due giorni di sciopero della fame e della sete. All’uscita del carcere di Evin, a Teheran, è stato accolto da una schiera di artisti e dalla moglie Tahereh Saeidi, a cui poco dopo l’arresto aveva affidato parole di grande integrità: “Oggi, come molte persone intrappolate in Iran, non ho altra scelta che protestare contro questo comportamento disumano con ciò che ho di più caro: la mia vita".
Iran, scarcerato il regista Jafar Panahi
Panahi era stato condannato a sei anni di detenzione e a vent’anni di interdizione dalla professione di regista nel 2010, dopo essersi presentato al funerale di un giovane ucciso dalla polizia durante le proteste dell’anno precedente; la sentenza, mai messa in atto, è stata poi riattivata lo scorso 11 luglio, quando il regista aveva chiesto informazioni su due colleghi coinvolti in proteste antigovernative, costandogli la reclusione per “propaganda contro il sistema”.
Dal 1 febbraio Panahi aveva intrapreso la via dello sciopero della fame e della sete, confidando alla moglie di voler resistere fino a scarcerazione avvenuta: “Rifiuterò di mangiare, bere e prendere qualsiasi medicina fino a quando non sarò rilasciato".
A sostegno della sorte del regista si è da subito schierata anche la Biennale di Venezia, esprimendo solidarietà alla sua dissidenza non-violenta e inoltrando un messaggio di vicinanza al popolo iraniano. “La Biennale e la Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica – si legge nel comunicato - proseguiranno fermamente nell'impegno di sensibilizzare i media, i governi e le organizzazioni umanitarie, unendo la propria voce alle tante che nel mondo si levano, in difesa del popolo iraniano oppresso in modo violento. Un impegno assunto a partire dal flash mob organizzato all'ultima Mostra del Cinema prima della proiezione proprio del film di Jafar Panahi, Gli orsi non esistono (No Bears)"