Ucraina, dopo i carri armati Zelensky ordina i caccia F16: Polonia e Olanda pronte all'invio
Polonia e Olanda pronte a inviare i caccia, Washington non chiude la porta pur di scongiurare la controffensiva russa. Ma Trump va all’attacco: “Prima i tank, poi le testate nucleari. Bisogna mettere fine a questa guerra folle adesso”
Dopo i carri armati Abrams 1 e Leopard "gentilmente" offerti da Usa e Germania per rinfocolare il conflitto, adesso i caccia F16. È questa l'ultima richiesta dell'insaziabile Zelensky, negli attimi in cui in Ucraina va in scena l'escalation russa che ha risposto all'invio dei carri armati a Kiev con una pioggia di missili tra cui gli ipersonici Kinzhal. Polonia e Olanda son già in prima fila per armare l'Ucraina, Washington come al solito non chiude la porta, più per tenere stretto il cordone tra gli Alleati che per pura strategia bellica, mentre Trump ieri è andato all'attacco: "Prima i tank, poi le testate nucleari. Bisogna mettere fine a questa guerra folle adesso". Scholz frena: "Nessun aereo", ma fece così anche coi Leopard.
Ucraina, dopo i carri armati Zelensky ordina i caccia F16
Si apre il nuovo capitolo del riarmo che vede l'Ucraina chiedere i caccia F16. Kiev nei prossimi mesi riceverà la consegna dei carri armati Abrams M1 e Leopard 2, i primi dagli Usa, gli altri da Berlino. Gli aerei da combattimento F16 si inseriscono in quella lista di richieste avanzate da Kiev che comprende i missili di lunga gittata Atacms: anche qui, il veto assoluto che ponevano gli Stati Uniti, così come sui missili Patriot, sembra affievolirsi.
Le ragioni degli Alleati sono diverse: primo, mettere Kiev in condizione di difendersi subito dall'imminente offensiva russa, già partita poche ore dopo l'annuncio dell'invio dei tank, poi c'è l'obiettivo di scoraggiare possibilmente questa operazione, o quantomeno spingere la Russia a lanciarla senza essere davvero pronta a condurla. In seguito favorire la controffensiva di Zelensky: qui l'obiettivo degli Alleati non è solo quello di tentare di proseguire le azioni nel conflitto in corso ma anche quello di aiutare l'Ucraina a riconquistare la Crimea, un obiettivo che Washington si è posto, dichiarando qualche giorno fa tramite il portavoce del pentagono: "La Crimea è parte integrante dell'Ucraina e Kiev ha tutto il diritto di riprenderla".
Oltre a lavorare per riconquistare i territori occupati, c'è il sogno, più che obiettivo di andare all'auspicato tavolo della pace in una posizione di forza. Tavolo di pace che sembra più lontano che mai. Ieri il portavoce del Cremlino Peskov ha chiuso le porte: "Colloqui Putin-Zelensky non più possibili".