Guerra in Ucraina, il Vaticano si scusa per le accuse di papa Francesco sulla crudeltà russa
Ancora clima teso tra Mosca e il Vaticano: i media russi riportano scuse ufficiali dalla Santa Sede riguardo alle accuse del Santo Padre sulla crudeltà di ceceni e buriati
La Santa Sede avrebbe espresso scuse ufficiali per le dure accuse di papa Francesco sulla crudeltà dei combattenti provenienti dai gruppi etnici dei ceceni e dei buriati in servizio all'esercito della Federazione Russa. Almeno, questo è quanto riportato dalla portavoce russa Maria Zakharova, sottolineando l'indignazione che queste affermazioni hanno scatenato nella Federazione: affermazioni "perverse" che vanno "oltre alla russofobia". Il portavoce del Vaticano Matteo Bruni avrebbe confermato le affermazioni di Zakharova.
Papa Francesco: "Buriati e ceceni tra i soldati più crudeli in Ucraina". L'indignazione di Mosca: "Perversione e russofobia"
Papa Francesco ha infatti affermato che "I soldati più crudeli in Ucraina non sono quelli di origine russa, bensì ceceni e buriati". Riferimento esplicito ai fatti di Bucha, di cui sono stati accusati battaglioni di etnia buriata, e alle crudeltà dei battaglioni ceceni, notoriamente spietati verso la popolazione civile. Affermazioni che hanno destato un forse scandalo in virtù della loro "russofobia" e a cui sono corrisposte, a quanto pare, scuse ufficiali: Matteo Bruni avrebbe affermato "posso confermare che ci sono stati contatti diplomatici in questo senso".
Non è il primo momento di tensione tra Mosca e la Santa Sede. Il Vaticano si era proposto di ospitare colloqui di pace attraverso cui trovare una soluzione per il conflitto, proposta sdegnosamente rifiutata da Mosca. Il Santo Padre ha parlato di "martirio del popolo ucraino" e ha affermato che "se esiste un martire, esiste anche un carnefice", attribuendo dunque in toto la colpa alle forze di Mosca.
Le accuse rimandano anche a una delle critiche più gravi che vengono spesso portate alla condotta bellica di Mosca, ossia quello di fare un uso sproporzionato delle minoranze etniche, provenienti dalle regioni più povere e isolate della Russia (i buriati provengono infatti dalla Siberia orientale). Regioni fortemente oggetto delle campagne di reclutamento promosse da Mosca, volte al fine di evitare di toccare la popolazione etnicamente russa delle grandi città in modo da non indebolire il consenso al regime di Putin.