Brittney Griner, libera la cestista arrestata in Russia: scambio di prigionieri con gli Usa

Gli Usa avrebbero rilasciano il trafficante d'armi Viktor Bout, detenuto negli Usa dove stava scontando una pena a 25 anni di reclusione. L'atleta è sotto la custodia americana

La cestista statunitense Brittney Griner è libera, dopo uno scambio di prigionieri con la Russia. Griner era stata arrestata lo scorso febbraio con l'accusa di traffico di droga mentre si trovava in aeroporto con una piccola quantità di olio di cannabis e si apprestava a lasciare proprio la Russia, paese nel quale giocava da 4 anni. In seguito era stata condannata a 9 anni di reclusione. Joe Biden, raggiante sui social prima di farsi immortalare con la cestista ha commentato: "Sta bene, è su un aereo e sta tornando a casa".

Brittney Griner, libera la cestista dopo uno scambio di prigionieri 

Griner è attualmente sotto custodia americana, mentre Joe Biden ha ricevuto alla Casa Bianca sua moglie Cherelle Griner. La cestista, stella del basket della WNBA, è stata liberata tramite uno scambio di prigionieri che ha coinvolto il trafficante d'armi russo Viktor Bout, quest'ultimo detenuto negli Usa dove stava scontando una pena a 25 anni di reclusione. Il caso di Brittney Griner ha tenuto banco per mesi mentre Usa e Russia lavoravano a dei negoziati affinché si potesse trovare un accordo.

Lo scambio di prigionieri sarebbe avvenuto ad Abu Dhabi, secondo i media statunitensi, ed avrebbe ottenuto il parere favorevole del presidente Joe Biden. La scelta del Paese del Golfo non è casuale in quanto ha nel recente passato svolto da piattaforma per lo scambio di prigionieri fra Russia e Ucraina. E così è stato anche questa volta. Per Bout ridotta ridotta la pena detentiva federale di 25 anni mentre rimane in stato di congedo Paul Whelan.

La famiglia del marine esprime soddisfazione per il rilascio di Griner ma non nasconde il disappunto per il mancato ritorno a casa anche di Paul, detenuto in Russia dove è stato condannato a 16 anni per spionaggio. "Posso perfino immaginarmi come si sentirà Paul quando lo verrà a sapere. Paul si è impegnato così duramente per sopravvivere già quasi quattro anni a questa ingiustizia. Le sue speranze erano cresciute quando aveva saputo che il governo americano stava facendo passi concreti per il suo rilascio. Si chiedeva dove sarebbe andato a vivere una volta tornato. E ora cosa? Come continuerà a sopravvivere, giorno dopo giorno, quando sai che il tuo governo non è riuscito per due volte a liberarti da una prigione straniera?", ha scritto il fratello David.