Virus congelato nel permafrost siberiano e rianimato dopo 50mila anni: lo studio
Si tratterebbe del virus più antico mai risvegliato
Un virus congelato nel permafrost siberiano per 48.500 anni torna in vita. A rianimarlo è stato un team di scienziati dell’Università di Aix-Marseille, in Francia. Gli esperti, coordinati da Jean-Michel Claverie, avrebbe riportato in vita, in laboratorio, sette virus rimasti congelati e che ora si sono replicati. Sono scoppiate subito le polemiche perché in tanti ritengono che questo intervento potrebbe essere rischioso.
Virus congelato nel permafrost siberiano
Gli scienziati francesi hanno scoperto sette tipi di virus rimasti congelati e sepolti per migliaia di anni nel permafrost siberiano. Li hanno riportati in vita in laboratorio, dove si sono replicati. Tra i sette tipi, un virus provenie da un campione risalente a 48.500 anni fa. Se confermato, si tratterebbe del virus più antico mai risvegliato. C'è chi ritiene si possa trattare di un intervento rischioso, ma i ricercatori sostengono che queste indagini siano necessarie nell’ottica del cambiamento climatico. I ghiacciai infatti si stanno sciogliendo sempre di più rapidamente e gli organismi in essi custoditi, magari evoluti in microsistemi ormai estinti, potrebbero comportarsi in modo imprevedibile e rappresentare una minaccia per la salute pubblica. L’incremento delle temperature potrebbe infatti causare il risveglio di virus patogeni antichi. I risultati della scoperta sono stati pubblicati sulla piattaforma “bioRxiv”, archivio online gratuito di articoli in versione preprint, ovvero di articoli in attesa di revisione da parte della comunità scientifica.
Un virus congelato per 48.500 anni
I virus più "giovani" sono stati congelati per 27 mila anni, il più "anziano" invece per 48.500 anni. Sarebbe il virus più antico mai riportato in vita finora. "48.500 anni sono un record mondiale per un virus", spiega Jean-Michel Claverie dell’Università di Aix-Marseille in Francia. L'esperto, con il sui team, in passato aveva già riportato in vita altri due virus di 30 mila anni fa provenienti da resti di mammut congelati nel permafrost. Il virus di 48.500 anni proviene dal permafrost a 16 metri sotto il fondo di un lago a Yukechi Alas, in Yakutia, in Russia. È un tipo di pandoravirus – spiega il Corriere - un virus gigante che infetta organismi unicellulari noti come amebe, come è stato sperimentato in laboratorio. Ma questo tipo di virus non può infettare piante o animali. "Se gli antichi virus giganti rimangono infettivi dopo essere stati congelati per così tanto tempo, anche altri tipi di virus di mammiferi lo faranno", continua Claverie.
Sono possibili le contaminazioni?
Mentre 48.500 anni possono essere un record per un virus, diversi gruppi di scienziati affermano di aver rianimato batteri intrappolati in sedimenti, ghiaccio o cristalli di sale che hanno fino a 250 milioni di anni. Tuttavia, non è chiaro se gli organismi siano effettivamente così antichi o siano stati contaminati da campioni più giovani. I nove virus riportati in vita dal team di Claverie sono distinti da quelli già noti, per questo sembra improbabile che derivino dalla contaminazione dei campioni da parte di entità moderne. Il team ha scartato molti altri virus rianimati perché i loro genomi erano troppo simili a virus già noti. "Potrebbe essere possibile 'resuscitare' virus che hanno molto più di 48.500 anni - spiega Claverie - perché il permafrost più profondo ha fino un milione di anni. Tuttavia è difficile stabilire l’età per permafrost antico perché la datazione standard con il radiocarbonio non funziona oltre i 50 mila anni".