Guerra Ucraina, la Nato lancia l’avvertimento a Kiev: "Stanno per finire le munizioni"

Scarseggiano le munizioni per l'artiglieria pesante per alimentare la forza della resistenza. Sembra che Kiev dovrà risparmiare colpi da fuoco, anche i russi sembrano in difficoltà. Inizia la corsa agli armamenti in tutto il mondo

Stanno per finire le munizioni per l'artiglieria pesante inviate dalla Nato all’Ucraina per difendersi dall’invasione russa. Sembrerebbe che lo scarseggio delle munizioni sia dovuto al fatto che “Entrambi i contendenti le hanno sparate in quantità mostruosa: nelle fasi più cruente 60mila al giorno i russi e 20mila gli ucraini”. L'Occidente ha promesso a Kiev sostegno ad oltranza, ma adesso deve riuscire a trovare munizioni sufficienti per alimentare la forza della resistenza, che dura da parecchi mesi.

Guerra Russia-Ucraina, la Nato avverte Kiev che scarseggiano le munizioni

Kiev si trova a corto di colpi con l’avanzare del freddo inverno. In aiuto, come promesso, il Pentagono ha dichiarato di aver commissionato alla principale azienda bellica americana 250mila munizioni, ma la produzione è di 14mila al mese: “La carenza più assillante riguarda i 155 millimetri, lo standard della Nato. Gli Stati Uniti ne hanno già fatti arrivare all'armata di Zelensky 1 milione, il resto dell'Alleanza altri 300mila. Ma ne servono molti di più. Al Pentagono ne rimangono 2 milioni, molto vicino al livello critico delle scorte strategiche”.

Gli Usa si sono così rivolti alla Corea del Sud, ma Seul non vuole essere coinvolta nella crisi ucraina. In più teme la minaccia del Nord e non è disposta ad assottigliare il suo arsenale.

La corsa agli armamenti in tutto il mondo

Nonostante l’aiuto della Nato, la resistenza ucraina dovrà risparmiare colpi da fuoco. Anche dalla parte russa, molti ritengono siano in difficoltà, tanto da bussare alla porta della Corea del Nord.

Nel frattempo, la guerra in Ucraina sembra aver innescato una nuova corsa agli armamenti in tutto il mondo, per paura di restare senza munizioni e per prevenzione futura: “In Europa i magazzini sono vuoti e c'è letteralmente la coda davanti alle fabbriche di munizioni”. Sembra infatti che alcuni pezzi di artiglieria non siano più prodotti da anni.

L'industria bellica, sempre molto attiva, aveva trascurato questo settore perché “la bassa tecnologia e i rischi ambientali consentono margini di profitto limitati. Inoltre la domanda era minima”. L’Italia, dal suo canto, ha soccorso Kiev con i residuati della Guerra Fredda: “Gli abbiamo girato alcune decine di migliaia di 155 mm regalati dagli Stati Uniti negli anni 70. Il conflitto ha però convinto lo Stato maggiore a correre ai ripari: in un decennio si prevede di spendere 2,7 miliardi in munizioni, mentre finora gli stanziamenti erano una manciata di milioni l'anno”.