Ucraina, Russia si ritira da Kherson, ma gli ucraini temono una trappola: "Avanzeremo lentamente"

Il ritiro della Russia da Kherson potrebbe essere un passo avanti per le trattative di pace che, probabilmente, potrebbero avvenire il 15 e 16 novembre a Bali durante il G20 dove saranno presenti anche Putin e Zelensky

I russi lasciano Kherson, il primo capoluogo che sono riusciti a conquistare e che, oltretutto, era stato incluso anche nei programmi di ammissione che hanno comportato il referendum attuati dal 23 al 27 settembre 2022 con il decreto di annessione da parte di Putin. È per questo che chi ebbe non crede alla resa dei russi che avrebbero anche fatto saltare i ponti dietro di loro per non farsi raggiungere. I russi avrebbero quindi ripiegato sulla riva destra del grande fiume Dnipro che divide l'Ucraina in due. In pratica avrebbero concesso agli ucraini il 20% della città. Ma Zelensky non ci sta E crede che questa sia una trappola: "In questo modo loro farebbero entrare gli ucraini e poi passerebbero all'assalto".

Ucraina, la resa di Kherson è un'apertura verso la pace dopo le parole di Stoltenberg

Una fuga inscenata per Kiev ma in realtà l'annuncio del ritiro è stato anche confermato dalle autorità diplomatiche russe come ad esempio il ministro Lavrov. L'abbandono di cherson nell'ottica russa è qualcosa di assolutamente coerente con quanto prospettato persino dalla NATO. Infatti qualche giorno fa Stoltenberg, il segretario generale della NATO, aveva preannunciato un piano che apriva effettivamente prospettive di pace ma allo stesso tempo poneva la nato in un conflitto di guerra ufficiale: "Prima prendere Kherson e poi trattare".
A questa frase naturalmente i russi hanno preferito cedergliela definitivamente o almeno cederne una parte per vedere effettivamente se l'interesse a trattare fosse vero oppure falso. Ecco perché adesso gli ucraini credono che sia una trappola, perché avanzare dentro Kherson significherebbe aiutare gli USA e la Nato a far terminare questa guerra in un'ottica di conseguenza alle parole preferite.

Ucraina: la posizione Usa per un negoziato

Infatti negli ultimi tempi è stata proprio Washington a spingere affinché Kiev cedesse ad un tavolo di trattative e le forze diplomatiche internazionali, compresa la Turchia, hanno spinto affinché Vladimir Putin avesse un faccia a faccia con Zelensky che però si è sempre sottratto.
E mentre si moltiplicano le manifestazioni per la pace in tutto il mondo, Zelensky fa orecchie da mercante e continua a chiedere armi. Alla resa lui non ci sta, è sempre stato chiarissimo su questo e infatti non vuole nemmeno sedere al tavolo delle trattative. Lo ha detto, lo ha scritto e anche fermato un decreto affinché ciò non accada mai.