Elezioni in Austria, il Partito della birra si piazza al terzo posto con l'8%: è l'ora del beer pass

Nato nel 2014, ma senza rappresentanza fino al 2020, il Bierpartei sta facendo parlare di sé per i risultati sorprendenti ottenuti in quest'ultima tornata elettorale

Un exploit insolito di un partito insolito. Quello della birra, che alle ultime elezioni in Austria si è piazzato addirittura terzo nel Paese, raggiungendo l'8%. Un risultato incredibile se si pensa che il progetto era nato nel 2014 in maniera ironica ma che ora si vede come secondo partito a ViennaDominik Wlazny, che ha festeggiato in mezzo alla folla festante ha commentato: "Sono sopraffatto. Sono arrivato terzo in queste elezioni, a Vienna sono arrivato secondo dopo Van der Bellen, davanti all'FPÖ".

Elezioni Austria, exploit del Partito della birra che arriva terzo

Va ricordato come il Partito della birra non avrà nessun ruolo operativo nel governo in quanto è stato eletto il presidente uscente Van der Bellen. Ma di certo, per un progetto che ha poco di serio, il risultato è incredibile. Il leader, fino a pochi anni fa era un cabarettista rockettaro con lo pseudonimo Dr. Pogo. Una vittoria al grido di "Vivi e lascia vivere. (Tranne i bevitori di Radler)”, una miscela di birra e limonata con cui il Partito combatte una crociata ideologica.

Cos'è il Partito della birra


Il progetto nasce nel 2014 in modo satirico e come altri partiti senza una storia dietro che si presentano per la prima volta davanti agli elettori, come abbiamo che visto in Italia, punta tutto sul web e sulla presenza sui social. Dominik Wlazny il leader è un medico di formazione, ma soprattutto musicista e cabarettista, frontman del gruppo rock Turbobier. "Grazie a tutte le persone che hanno riposto fiducia in me. Mi congratulo con il vecchio e nuovo presidente e non vedo l'ora di bermi una birra con lui nell'Hofburg", ha commentato festante.

Tra le varie proposte del Partito c'è l’abolizione delle tasse relative alle bevande nei bar e quella di una fornitura mensile di birra al posto dei soliti sussidi. Non ci si può aspettare altro da un movimento che viene definito 'birrocratico' e aspira ad un mondo che si fondi sulla birra e sulla libertà di opinione, come sulla libertà di poter scegliere il tipo di birra che si preferisce. Wlazny però negli anni ha affiancato anche progetti più seri come quello di rilanciare il mondo della cultura e dell’arte piegato dal Covid. E poi infanzia, povertà e diritti. Proposte di cui dovrà tener conto adesso che è riconosciuto anche al di fuori dei locali.