Per Daria Dugina non una lacrima delle femministe?

Siamo al solito teatro del pensiero unico...

L'intelligence americana - no, non è un ossimoro - spiega che dietro l'efferato omicidio di Daria Dugina, una donna "colpevole" di essere figlia di un filosofo sgradito all'imperialismo di Washington e delle sue colonie, vi sarebbe il governo di Kiev e, dunque, il solito guitto Zelensky, attore Nato, prodotto in vitro a Washington se non a Hollywood. Sia quel che sia, gli USA si ripuliscono la coscienza, anche perché - difficile smentirlo - non è poi un grande vanto far saltare in aria una ragazza in quel modo. Intanto, il guitto Zelensky era in lizza per il Nobel per la pace: sarebbe stato dunque il Nobel per la pace più meritato dell'intera storia umana, secondo solo a quello del bombardatore umanitario Obama. Un capolavoro, non v'è che dire. E intanto - potrei ingannarmi, certo - non odo levarsi le roche voci indignate delle femministe nostrane, sempre pronte a tuonare contro la violenza maschile e il sempiterno patriarcato: proprio in queste ore che hanno lanciato la moda del taglio di ciocche di capelli a sostegno delle donne iraniane, nemmeno un crine mi risulta sia stato reciso in ricordo di Daria. Come non un grido di indignazione da parte loro si levò - salvo errore - ad agosto, allorché il turpe attentato ebbe luogo. Insomma, tra le tante virtù dell'Occidente sotto cupola washingtoniana vi è anche la coerenza più cristallina.

di Diego Fusaro