Joe Biden è fuori controllo: fino a che punto è un pericolo per sé e per il mondo?

Il deliro di Joe Biden viene lontano. Nel 2008 lanciava il giovane senatore Barack Obama come "Il primo afroamericano in politica eloquente, brillante, pulito e di bell'aspetto

È venuto il momento di occuparsi del terribile segreto di Pulcinella sotto gli occhi di tutti ma che nessuno vuol considerare: quello dell’uomo più potente del mondo. L’uomo più potente del mondo sta di casa alla Casa Bianca ed è il più potente se non in senso economico certamente in senso militare, visto che l’arsenale bellico, convenzionale e non, degli Stati Uniti, è ancora lungi dall’essere eguagliato. Ne discende che l’uomo più potente del mondo deve essere saggio, pacato, lucido, cauto, prudente. Mentre alla Casa Bianca hanno messo Joe Biden. È costui uno dalla inquietante propensione a sbaciucchiare bambini riluttanti, e le sue condizioni – ecco il segreto pulcinellesco – sembrano aggravarsi ogni giorno che passa. Ieri ha invitato sul palco una morta. “Jackie, dov’è Jackie?”. “E’ morta, signor Presidente”. Lui è rimasto un po’ interdetto, voleva stringerle la mano. La poveretta era schiattata di incidente un paio di mesi prima e Biden la voleva su con lui a un convegno sulla salute. Ha poi dichiarato che la sua casa in Florida aveva subito ingenti danni dal tornado, “ma meno di quanto temessi, perché mi sono vaccinato”. Un anno fa, coerente, aveva invitato gli americani a vaccinarsi per contenere gli effetti della stagione degli uragani.

Si ride: ma è un riso ghiaccio, che nasconde lo spavento. Biden inciampa, casca, frana sulla bicicletta, vaga confuso sul palco, abbraccia amici immaginari, perde il filo anche se legge il gobbo, lo rilegge da capo e legge proprio “da capo”, le istruzioni legge; si ride, ma c’è da angosciarsi pensando al momento: sull’orlo di una possibile guerra termonucleare, con strani virus che svolazzano, con curiosi attentati a gasdotti, e tensioni, e l’Europa che non sa che fare, e l’Italia come sempre vaso di coccio fra vasi non di ferro, magari, ma di terracotta dura sì. A proposito, Biden si è espresso in termini preoccupati dopo le elezioni italiane: se tanto ci dà tanto, verrebbe da dire che siamo sulla strada giusta, che una volta tanto abbiamo scelto bene. Ma sarebbe solo un modo per cavarsela.

Dicono che Putin sia pazzo, anche i suoi militari, intercettati, lo dicono e ci sono fondatissime probabilità che sia vero; quanto al delirio di Biden, non è questione di probabilità ma di angosciose certezze: l’uomo è nel marasma più totale, e ricorda, per certi versi, Enrico Letta: “pancetta o guanciale?”. E poi Peppa Pig come icona elettorale. La propensione di Joe viene da lontano: nel 2008 lanciava il giovane senatore Barack Obama come "Il primo afroamericano in politica eloquente, brillante, pulito e di bell'aspetto”. A un senatore del Missouri: “Dai Chuck alzati, goditi gli applausi, non essere timido”: ma il poveretto era paraplegico. Nel 2019, appena ieri, si doleva della “grande preoccupazione di Margaret Thatcher (morta da 6 anni) per gli Stati Uniti sotto la guida di Donald Trump”. Poi avrebbe favorito la distensione chiamando Putin “macellaio” e “boia”, auspicando un colpo di stato in Russia: glielo fanno notare e lui, ridacchiando svanito: “Suonava così, eh?”. Ma ne ha per tutti, come chi non ha il pieno controllo mentale: come quando, a microfono imprudentemente aperto, se la piglia con “quella stupida testaccia di negro” che sarebbe Obama mentre firmava la riforma sanitaria dell’Obamacare.

Verrebbe da chiedersi cosa avrebbe composto Frank Zappa, che coi presidenti americani ce l’aveva indistintamente, alle prese con la deriva mentale di Joe: gli chiedono se sia mai stato pedofilo, se abbia avuto rapporti con minori, e farfuglia: “Ah… ehr… lei 12 anni”. E tu? “Io 30!”, tutto orgoglioso. La democrazia è una gran bella cosa, ma è anche quella faccenda per cui uno senza storia va in galera, un altro con un cognome va a Washington. Con tutto ciò che ne consegue. Dicono: i troppi vaccini lo hanno confuso. Può darsi, ma è un talento dalla nascita e lui stesso si definisce “gaffe machine”: la gente ride, i media ci inzuppano, ma chi è che dovrebbe tenere a freno l’aggressività cinese, l’espansionismo russo, l’estremismo iraniano? Dicono: scoreggia in faccia a tutti, ed è vero: bastano le facce, paonazze, in apnea, di quelli che lo incontrano. Ma non è per quella strada che l’Europa otterrà abbastanza gas, e gli USA non vinceranno con gli agenti batteriologici. Il suo staff si danna l’anima per tamponarne le esuberanze, ma non puoi arginare un vecchio suonato. E sarà pure vero che intorno ha un esercito di consiglieri, di strateghi, di teste (speriamo) pensanti, ma, alla fine, il dito sul bottone rosso è il suo. Siate sinceri: vi sentite tranquilli? E che facciamo? Ce la caviamo con le spiritosaggini su Twitter?

“Fine citazione. Ripetere frase”.