Russia: intesa UE per eliminare le facilitazioni ai visti russi

Per i russi sarà più difficile entrare in Europa: i paesi UE sono d’accordo nell’eliminare gli accordi del 2007 che facilitavano gli ingressi

Europa ed Eurasia viaggiano sempre di più su binari separati: nonostante le polemiche, i ministri degli esteri UE, capeggiati dal leader della diplomazia europea Josep Borell, si sono decisi a fare cadere l'accordo, datato 2007, che agevolava i cittadini russi nell'ottenere visti per viaggiare in Europa. Accese le critiche di chi ritiene che i cittadini russi non andrebbero penalizzati a causa della nefasta "guerra di Putin". E l'immagine risultate è quella di due blocchi, quello europeo e quello russo, ormai irreparabilmente divorziati, nettamente contrapposti nello scacchiere geopolitico.

Intesa UE: niente visti agevolati ai russi

Ma abbiamo anche visto molti russi viaggiare per piacere e shopping come se non ci fosse una guerra in Ucraina. Gli Stati membri hanno ritenuto non può essere 'business as usual'. Abbiamo concordato che va fatto qualcosa di piu'Ma abbiamo anche visto molti russi viaggiare per piacere e shopping come se non ci fosse una guerra in Ucraina. Gli Stati membri hanno ritenuto non può essere 'business as usual'. Abbiamo concordato che va fatto qualcosa di piu'Si cerca di combattere lo "shopping di visti", ossia la pratica attraverso cui i cittadini russi ottenevano facilmente visti Schengen da alcuni paesi, potendo viaggiare con agio in tutta Europa. Da cui, la necessità di una strategia comune e uniforme per tutti gli stati membri. Forse c'è timore per l'infiltrazione di spie; forse, l'intenzione è semplicemente quella di farla pagare ai cittadini della federazione e sperare così di corrodere il sostegno interno al regime di Putin (tattica che coi russi sembra avere effetti addirittura controproducenti). 

Nei fatti, ottenere l'agognato visto sarà più lungo e difficile. Più controlli, maggiori costi, procedure burocratiche lente e complicate. Borell lo rende ben chiaro: il numero di visti emessi calerà significativamente. Insomma, i russi viaggeranno molto meno in Europa.

L'idea di una ripicca sembra essere confermata da Borell stesso: "Ma abbiamo anche visto molti russi viaggiare per piacere e shopping come se non ci fosse una guerra in Ucraina. Gli Stati membri hanno ritenuto non può essere 'business as usual'. Abbiamo concordato che va fatto qualcosa di piu".

Il rischio implicito di questo ragionamento è aumentare la spaccatura tra Russia ed Europa non solo come blocchi geopolitici, ma anche come popoli e culture. I russi, da sempre un popolo orgoglioso anche nella povertà e nelle difficoltà, si rassegneranno - magari a malincuore - ad andare in vacanza sul Mar Nero anziché in Europa; a studiare a Pechino anziché a Parigi. Una Russia, dunque, sempre più "asiatica" e meno europea, lanciata a piene braccia in una scomoda (e forse innaturale) ma fondamentale alleanza con la Cina. È giusto condannare i cittadini per le azioni dei loro leader? E soprattutto - serve veramente a qualcosa?