27 Agosto 2022
E alla fine è arrivata l'ammissione del numero uno dell'azienda Mark Zuckerberg: Facebook censurò notizie e foto di Hunter Biden prima delle elezioni 2020. Non delle notizie qualunque, ma contenuti compromettenti. La rivelazione questo giovedì 27 agosto. Il proprietario di meta ha dichiarato di aver ricevuto pressioni dall'FBI ed un consiglio: imitare la diffusione di alcune informazioni del portatile di Hunter Biden.
Il figlio di Joe Biden, nell'ultimo periodo è passato alla cronaca perchè avrebbe finanziato l'Ucraina diventando quindi una figura scomoda per il padre. Ma non solo per quello. Di Hunter infatti è pieno il web di sue foto compromettenti completamente nudo. L'ammissione, due anni dopo di Zuckerberg arriva nel podcast "The Joe Rogan Experience". Mentre l'FBI avrebbe fatto pressione dopo che il New York Post era intrato in possesso di alcuni rapporti esterni del figlio di Biden.
"L'FBI è venuto da noi e ci ha detto: 'Ascoltate, dovete stare in allerta massima. Pensiamo che ci sia molta propaganda russa nelle elezioni del 2016; ti abbiamo avvertito che sta per verificarsi qualcosa di simile a quella. Quindi resta attento'". Questa la dichiarazione dell'imprenditore. “I nostri protocolli sono diversi da quelli di Twitter. Per questo Twitter affermò di non poter condividere la notizia in maniera assoluta. Noi non abbiamo fatto lo stesso. La distribuzione su Facebook è stata circoscritta, ma agli utenti era ancora permesso condividerla", ha provato a difendersi Zuckerberg.
Il miliardario aggiunge che il social network aveva tutta l'intenzione di comprovare le veridicità delle informazioni, nonostante avesse già deciso di limitarle. "La classifica nel 'newsfeed' era un po' più bassa. Quindi meno persone l'hanno visto di quanto l'avrebbero visto altrimenti", ha detto, aggiungendo che il numero di utenti che non sono stati in grado di vedere l'articolo era "significativo".
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