Class Action contro H&M: "L'abbigliamento non è di qualità come verrebbe pubblicizzato"
La nota multinazionale H&M sarebbe finita in un vortice di critiche a causa del suo presunto marketing scorretto e delle informazioni poco trasparenti e non veritiere, fornite ai consumatori finali solo per convincerli sulla “qualità dell’outfit” prodotto e venduto
La nota multinazionale H&M sarebbe finita in un vortice di critiche a causa del suo marketing scorretto e delle informazioni poco trasparenti e non veritiere, fornite ai consumatori finali solo per convincerli sulla “qualità dell’outfit” prodotto e venduto.
Già nel 2019, l’agenzia governativa Norwegian Consumer Ombudsman, ha portato in giudizio la società H&M Hennes & Mauritz AB per aver tratto in inganno i consumatori intenzionati a comprare la linea chiamata ai tempi “H&M conscious”.
Oggi la stessa H&M dovrà affrontare una class action non solo per la sua pubblicità ingannevole, ma anche per contrastare le accuse di greenwashing, troppe volte erroneamente identificata come una “pratica lodevole e a basso impatto ambientale”.
H&M nel vortice delle accuse: cosa è successo all’azienda fast fashion svedese
Diverse volte H&M vantava e vanta di utilizzare materiale a basso impatto ambientale, cercando allo stesso modo di “influenzare” il consumatore finale, convincendolo non solo di indossare abiti di qualità, ma anche di poter favorire l’ambiente grazie a dei tessuti green.
La class action mossa da Chelsea Commodore, con residenza a New York, accusa la multinazionale H&M per sfruttare delle tecniche di marketing e una etichettatura di sostenibilità fuorviante, oltre che con delle informazioni false.
In particolar modo, l’azione collettiva legale fa riferimento alla scorecard di H&M, ovvero una scala di punteggi basata sulla qualità di un prodotto, in cui l’azienda avrebbe inserito dei voti basati solo sul voto medio di un materiale utilizzato per la sua linea di abbigliamento, non considerando invece il fattore più importante, il punteggio sull’impatto ambientale basato su tutto l’iter di produzione e vendita di un prodotto terminato.
In aggiunta a ciò, Chelsea Commodore ha detto anche che «l’affermazione di H&M sui vecchi vestiti che vengono trasformati in nuovi indumenti, o che i vestiti non finiscono in una discarica, è solo una notizia falsa ed illusoria nei confronti del consumatore finale.»
Il motivo è legato all’assenza attuale di questa tecnologia innovativa, non ancora in grado di riciclare così tanti prodotti in poco tempo. Sempre stando alle dichiarazioni di Commodore, H&M impiegherebbe circa un decennio per riuscire a riciclare tutta la linea di abbigliamento che vende quotidianamente.