Eruzione Tonga: per gli studiosi è stata una delle più violente della storia

L'eruzione eccezionale del vulcano sottomarino ha prodotto onde estese e dati mai visti prima d'ora.

Avvenuta il 15 gennaio 2022, l’eruzione del vulcano sottomarino Tonga nell’Oceano Pacifico si conferma tra le più violente e potenti mai osservate dall'uomo; infatti secondo gli studiosi l'esplosione ha prodotto onde gravitazionali e atmosferiche che hanno riverberato intorno alla Terra raggiungendo quasi il limite massimo per la velocità di propagazione. Sempre secondo gli studiosi gli effetti dell’eruzione potrebbero non essersi ancora esauriti del tutto.

Università britannica di Bath: “Questa è stata un'esplosione davvero enorme e unica"

L'unicità e l'importanza dell’evento di Tonga è riportato nero su bianco da uno studio guidato dalla britannica Università di Bath e pubblicato sulla rivista Nature, i cui risultati potranno anche aiutare a migliorare i modelli meteorologici e climatici dell’atmosfera terreste attualmente in uso. L’ultima eruzione del Tonga ha prodotto un enorme pennacchio verticale, formato prevalentemente da acqua e cenere, di oltre 50 chilometri, e ha rilasciato una quantità di calore impressionante; è stata la più grande fonte di onde gravitazionali sulla Terra per le successive 12 ore. L’evento ha anche prodotto altre onde gravitazionali simili a increspature che si sono estese fino all'oceano Pacifico, come mostrato da diverse immagini e osservazioni satellitari.  
Le onde atmosferiche rilasciate dall'eruzione hanno riverberato intorno al pianeta almeno sei volte e hanno raggiunto velocità di 320 metri al secondo. “Questa è stata un'esplosione davvero enorme e unica, in termini di ciò che è stato osservato dalla scienza fino ad oggi”, commenta Corwin Wright, alla guida dello studio della Bath. “Non abbiamo mai visto prima d’ora onde atmosferiche girare intorno all’intero pianeta – aggiunge – o a questa velocità”. Gli autori dello studio, pur rimando cauti su possibili conseguenze future, si aspettano anche ulteriori impatti: “La mia sensazione è che ci sia dell’altro in arrivo da questa eruzione”, dice Scott Osprey dell’Università di Oxford, anche lui membro della ricerca, “Mentre l'eccezionale quantità di vapore acqueo si diffonde in tutta la stratosfera gli occhi di tutti si volgeranno al buco dell’ozono e alla sua estensione quando arriverà la primavera nell’emisfero australe”.