Guerra in Ucraina, Kiev passa al contrattacco. L’offensiva nella zona di Kherson

Attacchi notturni e marce di fanteria su tutta la linea. Mentre l’esercito russo continua la pressione nel Dombass, gli ucraini attaccano le zone lasciate scoperte. Riusciranno a riprendere Kherson, persa all’inizio della guerra, nonostante l’inferiorità di mezzi?

Molti analisti occidentali profetizzano da giorni l’imminente collasso delle forze ucraine. Dopo aver concentrato le forze in un’area molto ridotta, la pressione russa è diventata molto forte nel Dombass, infliggendo pesanti perdite agli avversari e dando luogo, nel corso di questi mesi, a una avanzata, per quanto lenta, sanguinosa e costosa. Ciononostante, l’esercito ucraino non sembra affatto disposto ad arrendersi, e mentre cerca di stallare l’avanzata nemica in Dombass, cercano la riscossa le aree lasciate sguarnite, anche se pochissimi ne stanno parlando. L’obbiettivo principale è Kherson, grande città nel Sud persa nelle prime, convulse, settimana di guerra, e che costituirebbe un grande successo d’immagine se riconquistata.

La controffensiva ucraina rischia di scombinare i piani di conquista del Cremlino

La situazione è difficile per entrambi i contendenti. I russi hanno un immenso vantaggio in artiglieria: gli sbarramenti hanno raggiunto intensità devastanti (fino a 500 impatti in meno di due minuti in una singola località), sono in grado di radere al suolo edifici e città e di mettere fuori combattimento interi battaglioni (l’effetto shock può rendere un soldato incapace di combattere per ore anche se il proiettile non lo uccide). Nelle ultime settimane, concentrare i cannoni contro obbiettivi più ristretti ha permesso diversi successi locali. Tuttavia, i Russi mancano di materiale umano: le perdite pesanti di inizio guerra e le difficoltà nel reclutamento fanno sì che manchino i soldati per capitalizzare sul terreno questi successi. La penuria di uomini è così grave che, secondo diversi analisti, l’esercito russo può attaccare solo 1-2 località alla volta, e solo a prezzo di sguarnire altre aree. Gli Ucraini, al contrario, pur faticando a gestire la superiorità nemica di bocche di fuoco (le armi inviate dalla NATO sono troppe poche per fare la differenza) possono contare su moltissima fanteria. La strategia sembra essere quella di evasione: si cerca di contenere i Russi nelle zone in cui sono in superiorità (in questi giorni, il saliente di Popasna e la città di Severodonetsk, ormai ridotta a un cumulo di macerie) e si contrattacca in altri teatri. Tra questi, c’è la città di Izium, più a Nord, oggetto di una lenta avanzata che sta portando gli Ucraini a meno di 10 chilometri dal centro, e infine il Sud, perso a inizio guerra (più per panico ed errori strategici che per l’attacco nemico, in quei giorni concentrato verso Kiev) e ancora tra gli obbiettivi più agognati.

L’offensiva verso Kherson

A differenza del Dombass, abitato da molti russofoni la cui lealtà è in dubbio, la popolazione di Kherson e del Sud è relativamente refrattaria all’occupazione russa. All’inizio dell’occupazione le proteste avvenivano quasi ogni giorno, e pochi giorni fa la macchina di un ufficiale di governo “collaborazionista” passato dalla parte dei Russi è stata fatta saltare in aria da attentatori ignoti. L’attacco ucraino in questa direzione, dopo mesi che il fronte era dormiente, è iniziato come una semplice diversione per alleggerire la pressione su Severodonetsk e, dopo qualche successo iniziale, sta diventando il nuovo punto focale delle ambizioni ucraine di controffensiva. Per evitare l’artiglieria, anziché concentrare le forze in un unico vettore di sfondamento, gli Ucraini attaccano su tutta la linea, proseguendo dunque molto lentamente. Preferiscono attaccare di notte, sia per rendere il lavoro più difficile ai cannoni nemici, che perché i soldati russi non sono abituati alle battaglie notturne. A volte, lanciano colpi precisi di artiglieria per distruggere depositi di carburante e di munizione (due in questa settimana).

Con queste tecniche, l’esercito ucraino è penetrato di 10 chilometri dentro al territorio occupato e si trovano davanti a due linee difensive, allestite in fretta e furia dai Russi con muri di cemento, trincee, villaggi fortificati e la formazione di campi minati. In questo modo, gli Ucraini potrebbero costringere Putin a scegliere se continuare l’offensiva a est, peggiorando la posizione del sud, oppure dare uno stop alle avanzate per reagire a questa offensiva.