L'alleanza tra Cina e Russia: gli investimenti di Pechino in Ucraina, da Mariupol a Odessa
Davvero la Cina dopo essersi schierata dalla parte di Mosca ha paura di aiutarla aggirando le sanzioni occidentali? E davvero a conti fatti Pechino metterebbe i remi in barca? Ecco perché la Cina non potrebbe sopportare la perdita di Mosca nel conflitto
Quando Russia e Cina hanno fatto volare i bombardieri strategici sul mar del Giappone e sul Mar Cinese orientale, mentre il presidente Biden era a Tokyo, è passata già una settimana.
Si è trattato della prima esercitazione militare congiunta che, da sola, sarebbe dovuta bastare a comprendere quanto la Cina abbia esplicitamente preso una posizione sulla guerra in Ucraina. Tuttavia nonostante l'ok di Pechino alle richieste di Mosca, Xi Jinping non ha ancora messo carte sul tavolo. Ha incaricato i suoi consiglieri di trovare alcuni modi per poter aiutare finanziariamente il Cremlino, senza tuttavia violare le sanzioni e questo è un primo passo. Il problema è che il governo cinese, a differenza di Mosca, teme le sanzioni occidentali e secondo il Washington Post, per questo motivo avrebbe "fissato dei limiti a ciò che farà" contrariamente alle richieste "senza limiti" di Mosca.
La Cina dice sì a Mosca, ma si fa i conti in tasca
E questo avrebbe spinto i consiglieri del presidente cinese Xi Jinping a ribadire che "la Cina comprende la situazione di Mosca, ma al contempo non può ignorare la propria e che, per questo agirà sempre nell'interesse del Popolo cinese".
La finanza armata, composta da Draghi e dalla Yellen, nonché da Ursula von der Leyen, promotrice delle riunioni internazionali che hanno come oggetto le sanzioni di Mosca fanno paura a Pechino, che ha costruito la propria economia attraverso accordi diplomatici e commerciali in tutto il mondo, fino a dominare mercati occidentali delle tecnologie.
Ed è per questo che assume credibilità quanto proferito dal funzionario degli Stati Uniti e riportato sul Washington Post secondo cui "quello che la Cina sta cercando di fare è stare con la Russia, segnalare pubblicamente La neutralità e non essere compromessa finanziariamente. Molti di questi obiettivi sono contraddittori. È difficile soddisfarli allo stesso tempo".
È vero questo, ma fin quanto possiamo illuderci che Pechino non alzi nemmeno un dito in soccorso del Cremlino?
La risposta è nello stato dei fatti: la Cina sogna da tempo di invadere Taiwan con la speranza che gli Stati Uniti non intervengano e la lascino fare esattamente come ha potuto fare la Russia in Ucraina, un paese in cui la Nato non può intervenire direttamente perché l'Ucraina non ne fa parte se non come partner per il consiglio di Pace (e curiosamente ne fa parte anche la Russia i cui titoli sono stati rimossi n.d.r.). Nello stesso periodo di tempo infatti tutti i colloqui tra Biden e Putin riguardavano l'entrata all'interno della NATO dell'Ucraina. Ne pubblicò persino Il sole 24 ore, ma in molti l'hanno dimenticato, eppure fu chiaro e Putin non ha mai mancato in fatto di coerenza: "Gli organizzatori di qualunque provocazione che minaccia interessi centrali per la nostra sicurezza rimpiangeranno di averlo fatto, come non hanno mai rimpianto altro". Parole trascritte su Il sole 24 ore del 21 aprile 2021. All'epoca l'argomento era Navalny, c'era stato anche un tentativo di colpo di stato e di assassinio del presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko. Lo scontro tra Biden e Putin era già evidente.
Il Bidengate e i Beautiful things
Da una parte il Bidengate che aveva visto il figlio del presidente degli Stati Uniti, Hunter Biden introdursi nella più grande multinazionale Ucraina col gettone di presenza di cinquantamila dollari al mese. Briciole per lui. L'obiettivo degli Stati Uniti infatti non era trovare un posto di lavoro alla "pecora nera" della famiglia Biden, già autore dei "Beautiful things", un libro autobiografico dove racconta le sue derive nell'alcol e nella droga, oltre che nelle orge e sesso estremo. Lo sregolato che entra a far parte della più grande azienda distributrice di gas dell'Ucraina ha lo scopo avvicinare gli Stati Uniti al tessuto economico Russo, giacché il gas ucraino arrivava da Mosca. La strage nella Casa del Popolo a Odessa dove furono uccisi oltre 145 russi ucraini, avvenne dopo soli 15 giorni dall'insediamento di Biden junior e il fascicolo che approdò al Parlamento Europeo nel novembre successivo, non fu minimamente considerato.
Ma all'epoca Biden era solo vicepresidente degli Stati Uniti e la questione fece adirare non poco l'allora Presidente Obama, che pretese di non agitare le acque sotto al suo regno. Così le parti in causa cambiarono atteggiamento, l'Europa si disse pronta a firmare gli accordi di Minsk secondo cui la Russia avrebbe ottenuto la Crimea è la neutralità delle Repubblica di Lugansk e Donetsk.
Gli interessi di Pechino in Ucraina
Quali che siano le motivazioni che hanno fatto adirare Putin, è ingenuo pensare che la Cina se ne lavi le mani. Tanti sono gli interessi che la Cina ha per aiutare i russi e ce li ha proprio in Ucraina. Infatti che i colossi cinesi non fanno altro che acquistare terreni per la coltivazione della fertilissima terra Ucraina. E di derrate alimentari la Cina ne ha bisogno visto che nell'ultimo decennio ha dato il via ad una campagna di acquisti di terreni anche oltreoceano, in Brasile e in Europa perché la Cina soltanto non basta a sfamare se stessa. Inoltre la Cina è attiva in Ucraina per i seguenti affari:
- Il corpo che produce lo Xinjiang (organizzazione paramilitare statale nota come bingtuan), nel 2013 ha avuto una concessione per 100.000 ettari di terreno agricolo per la coltivazione e l’allevamento di suini per un periodo di 50 anni. L'accorto sarebbe stato firmato con l'Ucraina KSG Agro.
- Nel 2018 Pechino ha investito nei porti ucraini mediante la BRI e 50 milioni di dollari a Mariupol, assediata dai separatisti filorussi nel 2014, grazie agli investimenti della COFCO che intendeva aumentare il trasporto di prodotti agricoli.
- Cinese sarebbe inoltre il dragaggio dei porti ucraini di Yuzhny e Chernomorsk a Nord e sud di Odessa.
- Poi si passa al settore delle armi: i motori turboventola per aerei, i motori diesel per carri armati e turbine a gas per missili aria-aria Pechino li compra dall'ucraina.
Dunque, se la Russia dovesse avviarsi verso la sconfitta, cosa accadrebbe agli interessi della Cina in Ucraina? Verrebbero revocati i contratti? In uno scenario simile non è possibile immaginare che Pechino se ne stia a guardare, soprattutto avendo il sogno di invadere Taiwan.
di Maria Melania Barone