Guerra in Ucraina, come finisce e come ne esce l'Italietta draghistana: l'ora delle decisioni revocabili
La storia procede per errori a raffica compiuti da imbecilli e da ladri inframmezzati da qualche ragionevolezza azzeccata da rari personaggi intelligenti sopravvissuti alla decimazione ordinata dagli imbecilli ladri, perennemente in esondante maggioranza
Si esordisca immantinente con un autodafé, ovvero con una autocritica di sapore post-marxista: il sottoscritto sarà pure un presuntuosetto, ma non si avvale di doti né di pretese da Nostradamus de noantri.
Ergo nonostante il succitato titolo qui si posson fare analisi e previsioni realistiche, ma non profezie, travestiti da santoni o con aureole messianiche da Travagli di paese.
Difatti ci siam sentiti tutti spesso a disagio, soprattutto dopo il biennio pandemente, ad ascoltare certezze apodittiche e tonitruanti sicumere predette in nome della Scienza (leggi Scien-Zah, farlocca come poche) enunciate come tavole scolpite nel marmo.
La guerra in Ucraina ci ha regalato poi altre belle lastre di marmo scolpito, infaustamente: un bel doppio totem degli strafatti di ketamina a base di frasi fatte. La retorica dei valori dell'Occidente (leggi Occi-Denteh) e la contrapposta retorica della Costituzione e della Pace (leggi Costitu-Zioneh e Pa-ceh).
Proprio così: da un lato il delirio del preteso baluardo della democrazia (ormai ridotta a colabrodo) e dall'altro la panzana dell'articolo 11 della Costituzione italiana che secondo alcuni italici sarchiaponi vieterebbe anche la vendita dei fucilini NERF e delle pistole ad acqua nei negozi di giocattoli (eppperforza: l'Italia ripudia la guerra eh!!!).
Che palle, diciamolo.
La realtà ovviamente è ben altra: le democrazie occidentali, seppur tutt'oggi meno fetenti delle dittature eurasiatiche, non hanno più quasi nulla da insegnare al mondo, se non come si sputtanano appunto i propri sedicenti sacri valori. Ugualmente le vestali del pacifintismo prêt-à-porter sbandierano certezze religiose su un articolo 11 che o non hanno letto o hanno letto malissimo (essendo in effetti il medesimo talmente criptico da risultare oscuro a Nostradamus per primo).
Quindi diamo un contributo anche noi nella semplificazione:
1) sì, per quanto zoppicanti sempre meglio le democrazie occidentali piuttosto che le dittature orientali, però purtroppo fanno schifo anche le nostre democrazie, o quel che ne resta.
2) sì, per quanto zoppicanti gli articoli della Costituzione italiana non impediscono né di regalare o vendere armi né di far guerre e la pace non è una religione bendata, ma una conquista a ragion veduta.
Ciò appurato resta una ulteriore classica dicotomia: "quelli che Putin ha già vinto" vs "quelli che Putin ha già perso".
Certamente, la guerra per i russi è partita male, sperando forse lo stesso Putin in una resa, in una fuga o in una rotta di Zelens'kyj e dei vertici ucraini. Dopo tre mesi di guerra andata decisamente male però ora i russi hanno concentrato tutte le forze sulla area del Donbass e le sorti della guerra sembrano per loro meno incerte e perfino più realisticamente destinate a coprire tale obiettivo primario del Cremlino. Ma anche qui giova fare un ripasso della intera situazione:
1) missione (speciale) caduta Zelens'kyj
FALLITA
2) missione denazificazione ucraina
FALLITA
3) missione conquista di Kiev/conquista di tutta la Ucraina tramite governo fantoccio
FALLITA
5) missione conquista delle zone russofone orientali e divisione in due della Ucraina
FALLITA
6) missione liquidazione e/o disarmo totale o parziale delle FFAA ucraine
FALLITA
7) missione messa in sicurezza Crimea/Mare di Azov/conquista intero Donbass in corso e forse anche in prospettiva COMPIUTA, ma col risultato di fare della Ucraina oltre il confine del Donbass un nemico sempiterno della Russia, ergo una sorta di Israele perennemente belligerante e percettore di armi, uomini ed aiuti della NATO.
Una vittoria di Pirro non da poco, sempre che gli ucraini accettino lo status quo della perdita intera o parziale del Donbass, oltre che della Crimea, che in effetti era e resta un territorio spiccatamente russo da sempre.
E l'Italia in tutto ciò? Per commentare le piroette e le dichiarazioni surrealiste ed irresponsabili del Duce Draghistano ci vorrebbe un saggio ad hoc, forse più di Psicanalisi che di Scienze Politiche. Ci limitiamo qui a constatare che per la ennesima volta l'Italia è vittima di sé stessa e di una classe politica da operetta, e non di qualità come una Vedova allegra di Franz Lehár: in effetti pure la operetta sarebbe un upgrade immeritato, poiché qui siamo molto oltre i fratelli Vanzina, Neri Parenti e Castellano&Pipolo.
l'Italia già soffre della condizione oggettiva di essere la quarta delle quattro potenze europee, ovvero l'ultima della classe, ma se il ruolo è giocato dietro la lavagna degli asini il risultato non può che essere ridicolo, anche perché i primi tre della classe, essendo asini a loro volta, prendono talmente tante sberle dal maestro americano, seppure alcolizzato, che il totale del compito di matematica fa peggio dei rispettivi fattori del problemino.
La domanda finale è dunque sempre la stessa: come se ne esce? La logica suggerirebbe tre punti programmatici:
1) mollare il Donbass (oltre che la Crimea ovviamente) ai russi e trovare un accordo stabile, sperando che Putin viva abbastanza per non gettare la Russia nel caos dopo la sua morte
2) comprendere finalmente che Putin non è il vero nemico (e se il vero nemico è la Cina bisogna prepararsi per tempo), e che Europa e Stati Uniti, sebbene legati a doppio filo, hanno interessi divergenti che vanno armonizzati, pena il declino di un Occidente fin troppo cieco e rapace
3) USA, Europa e Italia hanno necessità di una classe politica totalmente diversa dal mefitico team Rimbambiden/Macron Le Merdon/Draghula e dai velenosissimi frutti dell'IRRIDENTE paesino svizzero di Davos.
Vaste programme, ovviamente in gran parte irrealizzabile, purtroppo. La Storia procede per errori a raffica compiuti da imbecilli e da ladri inframmezzati da qualche ragionevolezza azzeccata da rari personaggi intelligenti sopravvissuti alla decimazione ordinata dagli imbecilli ladri, perennemente in esondante maggioranza. Unica speranza il tempo, che fatalmente trasforma i rospi dal brodo primordiale in principi e principesse in carrozza in oro zecchino, che poi sputtanano tutto col loro animo rimasto da rospi.
Come finirà? Forse come avrebbe più o meno detto Franco Battiato, fonte inesauribile di citazioni:
Questo secolo, oramai alla fine
Saturo di parassiti senza dignità
Ci spinge solo ad essere migliori, con più volontà.
Di Lapo Mazza Fontana