Kissinger a Davos avverte l'Ucraina: "Rinunci a qualcosa"
L'ex segretario di Stato americano e uno dei massimi esperti al mondo di politica estera avverte il governo di Kiev: "Rinunci a qualcosa e avvii negoziati"
Kissinger a Davos avverte l'Ucraina: "Rinunci a qualcosa". Collegato dagli Stati Uniti al World Economic Forum di Davos, in Svizzera, l'ex segretario di Stato americano offre come al solito un'analisi lucida e razionale di quanto accade a livello internazionale. E la sua opinione sulla guerra in Ucraina non fa eccezione. Kissinger, considerato unanimemente uno dei massimi esperti al mondo in politica estera, da un lato redarguisce Stati Uniti ed Europa e dall'altro avverte l'Ucraina. Al campo occidentale l'ex diplomatico sconsiglia l'approccio intransigente: la Russia non va sconfitta e non bisogna cercare il muro contro muro, altrimenti le conseguenze sarebbero peggiori di quelle attuali. A Kiev, invece, Kissinger si rivolge perché cerchi finalmente di arrivare alla soluzione negoziale, rinunciando anche a qualcosa se necessario.
Kissinger a Davos avverte l'Ucraina: "Rinunci a qualcosa"
Secondo l'analisi di Kissinger l'Ucraina dovrebbe rinunciare a qualsiasi velleità di riconquista della Crimea, obiettivo al quale ufficialmente Kiev non ha mai rinunciato nonostante il territorio sia controllato de facto dalla Russia dal 2014, e dovrebbe "avviare negoziati prima che si creino rivolte e tensioni che non sarà facile superare". Col consueto approccio pragmatico alle questioni internazionali, l'ex segretario di Stato, che il prossimo 27 maggio compirà 99 anni, consiglia agli ucraini che dopo il momento dell'eroismo è arrivato anche quello della saggezza.
La soluzione verso cui dovrebbero tendere entrambe le parti dovrebbe essere quella di "un ritorno allo status quo ante" al 24 febbraio, inizio dell'operazione speciale russa, magari risolvendo una volta per tutte la questione dell'autonomia del Donbass, anche se Kissinger non vi fa riferimento esplicitamente. "Continuare la guerra oltre quel punto non riguarderebbe più la libertà dell'Ucraina, ma una nuova guerra contro la stessa Russia", ha ammonito.
La distanza da Zelensky e la profezia del 2014
Kissinger ha esortato i Paesi occidentali a riallacciare i fili con la Russia, che resta parte dell'Europa e con cui bisognerebbe mantenere una relazione per evitare che finisca totalmente nella sfera di influenza cinese. Un discorso, quello pronunciato dall'esperto americano, molto diverso da quello pronunciato nello stesso consesso dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, secondo cui in caso di vittoria russa la forza bruta vincerà in tutto il mondo.
Proprio Kissinger aveva in qualche modo previsto che presto o tardi si sarebbe arrivati a una guerra in Ucraina già nel 2014: in un articolo pubblicato sul Washington Post, l'ex diplomatico sosteneva che la soluzione per la pace e la stabilità nel Paese fosse una finlandizzazione in politica estera, accompagnata dall'ingresso nell'Unione europea e la non partecipazione alla Nato. Una soluzione improntata alla cooperazione con l'Occidente senza escludere buoni rapporti istituzionali con la Russia. La strada per questo scenario è definitivamente compromessa, visto che anche la Finlandia ha abbandonato la sua neutralità. Ma se si fosse seguito l'approccio di Kissinger, forse la guerra non sarebbe mai scoppiata.