Nato, Mosca del 1993: "No espansione verso est". Guerra Ucraina prevedibile?

L'invasione russa in Ucraina, o come la chiama il Cremlino "l'operazione speciale nel Donbass", era già stata preannunciata? Ecco cosa diceva Mosca 29 anni fa

Era il 1993 quando la Russia, per la prima volta, avvisava la Nato: "Voi volete allargarvi a Est", aveva detto Mosca ai leader dell'epoca a capo della Alleanza Atlantica, "ma al Cremlino questo non sta bene". A parlare, in modo particolare, era stato Evgenij Maksimovič Primakov, primo ministro russo tra il 1998 e il 1999. Costui si trovava alla guida di quello che fu il Komitet Gosudarstvennoj Bezopasnosti - meglio noto in tutto il mondo come KGB -, la principale agenzia di sicurezza, servizio segreto e polizia segreta dell'Unione Sovietica. Ed Oggi, ad anni di distanza, le sue parole risuonano più che mai. L'invasione russa in Ucraina, o come la chiama il Cremlino "l'operazione speciale nel Donbass", era dunque prevedibile?

Russia e Nato: le dichiarazioni del 1993

A riprendere le parole di Primakov è il Corriere della Sera, che cita un articolo della stessa testata risalente al 20 novembre 1993 scritto dal giornalista e politico veneto Enrico Jacchia, oggi scomparso, esperto di politica estera. "Non è chiaro il motivo dell’inaspettata sortita di Primakov, l’influente capo dell’Intelligence russa. Primakov asserisce che la Nato, nel vertice del 10 gennaio prossimo, deciderà in principio di allargarsi accogliendo nell’organizzazione alcuni ex-membri del Patto di Varsavia", si leggeva sul giornale 29 anni fa. E ancora: "Nel documento reso pubblico dall’Agenzia, erede del Kgb, che egli dirige, non si nominano specificamente i candidati all’adesione, anche se tutti sanno che Varsavia, Praga e Budapest sono in testa alla lista". 

Poi, lo stesso Jacchia affermava: "Il prossimo gennaio, non farà affatto una scelta politica di tale rilevanza. Gli ordini del giorno dei vertici dell’Alleanza sono elaborati nel corso di mesi e le decisioni di fondo vengono concordate con molte settimane di anticipo. [...] È certo che l’Alleanza discuterà il problema. Ma non c’è consenso su di una scelta che, oggi come oggi, è vista da molti governi come prematura e quindi inopportuna", scriveva il giornalista.

Già all'epoca dunque, si pensava che permettere l'ingresso nella Nato di Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca avrebbe creato, in futuro, problemi non indifferenti. Sempre più Paesi avrebbero mosso richieste dello stesso tipo e ciò avrebbe, alla fine, spostato poi l'attenzione su un'altra nazione: l'Ucraina. L'ex primo ministro Primakov, nel 1993, aveva dichiarato che una scelta di questo tipo avrebbe inoltre reso "necessaria una rivalutazione della nostra strategia di difesa e un diverso spiegamento delle nostre forze armate". E, secondo le indiscrezioni, tanto l'Unione Europea quanto gli Usa erano ben consapevoli di ciò. In sostanza, tutti sapevano che un'espansione della Nato verso l'Est del mondo (e quindi verso la Russia) avrebbe comportato grandi conseguenze.

Con quelle parole Primakov sembra aver voluto mandare un messaggio all'Occidente: "Fate attenzione, ci siamo anche noi", scrive ancora il Corriere della Sera. Dunque oggi, nel 2022, a più di due mesi dallo scoppio del conflitto tra Ucraina e Russia, la domanda che si fanno in molti è una sola: era prevedibile? Stando a quanto ci raccontano sia la storia russa, sia quella della Nato, la risposta sembra essere una sola. Ed è sì. Sempre più Paesi infatti, ancora adesso, chiedono di entrare nella Nato e Mosca si sente minacciata, come lo era anche nel 1993, dall'espansione dell'Alleanza, quindi dell'America e dell'Occidente.